Anche l’ultimo sondaggio di Renato Mannheimer, pubblicato dal Corriere della Sera, conferma la continua crescita della popolarità del premier e attribuisce al Popolo della Libertà una intenzione di voto pari al 45%. Anche un elettore su dieci del Partito Democratico, «confessa» – dice il sondaggista – di «provare, dopo il terremoto, più fiducia in Berlusconi».
Nel suo commento, Mannheimer afferma che “Berlusconi ha confermato le proprie capacità comunicative e la sua abilità nell’instaurare, spesso al di là di ogni intermediazione, un rapporto e un colloquio diretto con la gente”. Non è così: è la realtà che fa salire il consenso di Berlusconi, non la comunicazione. È il fatto che anche in questa improvvisa e drammatica emergenza, Berlusconi abbia confermato la sua capacità di governare: sette presenze in Abruzzo in due settimane, protezione civile, forze dell’ordine, militari e volontari ben attrezzati e ben coordinati sul campo, membri del governo attivi da subito nei settori loro competenza. Come già successo per l’emergenza rifiuti, anche questa circostanza ha mostrato che lo Stato c’è, che il governo governa, che il premier ci mette la faccia e si impegna direttamente a fianco dei cittadini.
Semmai è la comunicazione (mal)gestita ad arte che genera confusione: per questo prima Berlusconi, poi Tremonti hanno smentito l’ipotesi circolata sui media di una tassa speciale per il terremoto.
In definitiva, la realtà, cioè il buon governo, viene prima della comunicazione e dei sondaggi positivi: non confondiamo la causa con gli effetti.
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