“In questo paese la libertà di stampa e di informazione non è in nessun minuto della giornata messa minimamente a rischio”. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, on. Paolo Bonaiuti, ha risposto in aula al Senato a un’interpellanza del Partito democratico sullo stato di salute della libertà di informazione in Italia.
“Quello che si percepisce nel centrosinistra – ha aggiunto Bonaiuti – è un reale stridio delle unghie sui vetri perchè non c’è nessun appiglio a ciò che il senatore Zanda (che ha illustrato l’interpellanza, ndr) dice. Basterebbe che domani mattina lei o altri colleghi scendesse all’edicola e comprasse un fascio di quotidiani e riviste. Sono disposto anche io a partecipare alla lettura per farvi rendere conto di come questo pericolo della libertà di stampa non esista. Se ritiene che questo pericolo si possa estendere alla tv o alla radio, possiamo metterci dalle 18,30 in poi a guardare i diversi tg, passando poi sui talk show e sull’informazione televisiva della prima e seconda serata per renderci conto in concreto di come stanno le cose”.
Bonaiuti ha snocciolato alcuni dati a sostegno del suo ragionamento: “Siamo intervenuti mettendo a disposizione, cosa che non è avvenuta per nessun altro settore, dieci milioni di euro per i giornalisti a sostegno della cassa integrazione. Lo stesso abbiamo fatto per i periodici. Poi è stato aperto un tavolo di trattative e abbiamo sollecitato gli editore a intervenire per frenare l’esodo di cronisti dalla carta stampata. Nel 2009 il dipartimento editoria ha erogato 206 milioni di euro per contributi diretti alla stampa.
Abbiamo sostenuto – ha aggiunto Bonaiuti – 450 testate, tra cui anche l’Unità con 6,3 milioni di euro, Il Manifesto con 4,3 milioni, Avvenire con 6 milioni, Europa con 3,5 milioni, Il Riformista con 2,5 milioni, Il Foglio con 3,5 milioni, Libero con 7 milioni. Sono stati erogati 21 milioni per contributi alle emittenti radiofoniche. Vogliamo aggiungere anche i rimborsi delle tariffe postali agevolate? Bene, abbiamo distribuito 273 milioni di euro. Anche a giornali che non sono ritenuti fiancheggiatori del governo”.
E ancora: “Voi state qui e protestate contro l’infrazione della libertà di stampa, mentre l’Agcom ci ha lodato per sensibilità istituzionale e trasparenza”.
Quindi ha proseguito con l’elenco delle attività messe in atto dal governo. “Il dipartimento per l’editoria ha speso 6 milioni di euro, più altre risorse (6-8 milioni) da altre amministrazioni centrali dello Stato. Il 15 luglio 2009 il Consiglio dei ministri ha promosso una giornata per la promozione della lettura ed è stato deciso di mandare in onda una serie di spot e di pubblicità per sostenere la lettura dei quotidiani, con una spesa di 2,4 milioni. Abbiamo in mente anche – ha aggiunto il sottosegretario -, e ne abbiamo parlato con Fnsi e Fieg, di distribuire gratis copie di giornali a un certo numero di giovani meritevoli sotto i 18 anni. Quindi lavoriamo per gli Stati generali dell’editoria”.
Insomma, “non abbiamo niente di cui ci dobbiamo rimproverare. Abbiamo sempre agito per il meglio come un governo deve fare. Mi stupisco – ha concluso Bonaiuti – che l’opposizione a corto di argomenti ricorra a questa panzana della mancanza della libertà di stampa, danneggiando il prestigio dell’Italia all’estero e ponendoci al livello di paesi che questa libertà non riconoscono”.
A proposito della polemica sulla libertà di stampa vorremmo invitare i giornalisti stranieri, che tanto ci criticano, ad andare in edicola e acquistare giornali e riviste. Dopodiché la sera, se avranno ancora pazienza, li invitiamo ad accendere la televisione e saltare da un programma all’altro per vedere se davvero non c’è libertà di informazione.
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