Auguri per il Santo Natale e per il 2010

Come diceva un professore universitario, “Si fa quel che si può e si può fare molto poco…tuttavia quel poco lo dobbiamo fare tutto”. Consapevole che non siamo padroni di niente e che dobiamo essere capaci di tutto, ovviamente per il bene, che Dio benedica te e i tuoi cari.

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2 risposte a “Auguri per il Santo Natale e per il 2010”

  1. Avatar Marco
    Marco

    Benedizione ‘Urbi et Orbi’ – Il Messaggio del Vicario di Cristo per la difesa della Vita, della Famiglia e della Pace: “La speranza in Gesù è la sola risposta ai mali del mondo”

    CITTA’ DEL VATICANO – Davanti a una “famiglia umana profondamente segnata da una grave crisi economica, ma prima ancora morale, e dalle dolorose ferite di guerre e conflitti”, la “speranza” in Cristo è l’unica risposta. E’ la ricetta del Papa per superare l’attuale momento di difficoltà economica e morale, proposta durante il tradizionale Messaggio di Natale, prima della benedizione ‘Urbi et Orbi’ (cioè alla città e al mondo intero) tenuta regolarmente dalla Loggia delle Benedizioni in piazza San Pietro, nonostante la caduta nel corso della notte seguita all’aggressione di una donna di cittadinanza italiana e svizzera che si è lanciata contro il Pontefice. “Come Maria, la Chiesa non ha paura – dice Benedetto XVI tornando al tema del Natale -, perché quel Bambino è la sua forza. Ma lei non lo tiene per sé: lo offre a quanti lo cercano con cuore sincero, agli umili della terra e agli afflitti, alle vittime della violenza, a quanti bramano il bene della pace. Anche oggi (…) la Chiesa ripete con i pastori: ‘Andiamo fino a Betlemme’, lì troveremo la nostra speranza”. “Anche oggi, mediante coloro che vanno incontro al Bambino – osserva il Vicario di Cristo -, Dio accende ancora fuochi nella notte del mondo per chiamare gli uomini a riconoscere in Gesù il ‘segno’ della sua presenza salvatrice e liberatrice e allargare il ‘noi’ dei credenti in Cristo all’intera umanità”. “Gli abitanti” della Terra Santa abbandonino “ogni logica di violenza e di vendetta” e si impegnino “con rinnovato vigore e generosità nel cammino verso una convivenza pacifica”, è stato poi il vibrante appello alla pace nella terra di Gesù arrivato dal Santo Padre. “Il ‘noi’ della Chiesa vive là dove Gesù è nato, in Terra Santa, per invitare i suoi abitanti ad abbandonare ogni logica di violenza e di vendetta e ad impegnarsi con rinnovato vigore e generosità nel cammino verso una convivenza pacifica. Il ‘noi’ della Chiesa – prosegue il Pontefice – è presente negli altri Paesi del Medio Oriente. Come non pensare alla tribolata situazione in Iraq e a quel piccolo gregge di cristiani che vive nella Regione? Esso talvolta soffre violenze e ingiustizie – evidenzia il Papa -, ma è sempre proteso a dare il proprio contributo all’edificazione della convivenza civile contraria alla logica dello scontro e del rifiuto del vicino”. Non solo Terra Santa. Pace nello Sri Lanka, nelle Filippine, in Corea. Pace in Africa, in Congo, nel Niger, nel Madagascar. E’ un appello alla pace che attraversa i cinque continenti, quello che lancia Benedetto XVI, nel tradizionale Messaggio di Natale, prima della benedizione ‘Urbi et Orbi’. “Il ‘noi’ della Chiesa opera in Sri Lanka, nella Penisola coreana e nelle Filippine – sottolinea il Papa -, come pure in altre terre asiatiche, quale lievito di riconciliazione e di pace. Nel Continente africano non cessa di alzare la voce verso Dio per implorare la fine di ogni sopruso nella Repubblica Democratica del Congo; invita i cittadini della Guinea e del Niger – continua il successore di Pietro – al rispetto dei diritti di ogni persona ed al dialogo; a quelli del Madagascar chiede di superare le divisioni interne e di accogliersi reciprocamente; a tutti ricorda che sono chiamati alla speranza, nonostante i drammi, le prove e le difficoltà che continuano ad affliggerli”. “Superare la mentalità egoista e tecnicista” in Europa e in America settentrionale; “promuovere il bene comune e rispettare le persone più deboli, a cominciare da quelle non ancora nate”, è stato il monito successivo del Pontefice contro l’aborto e in difesa della tutela di ogni vita umana. “In Europa e in America settentrionale – rileva Benedetto XVI -, il ‘noi’ della Chiesa sprona a superare la mentalità egoista e tecnicista, a promuovere il bene comune ed a rispettare le persone più deboli, a cominciare da quelle non ancora nate”. Il Papa fa presente la situazione in Honduras, dove l’auspicio è quello di “riprendere il cammino istituzionale”. “In tutta l’America Latina – afferma il Santo Padre -, il ‘noi’ della Chiesa è fattore identitario, pienezza di verità e di carità che nessuna ideologia può sostituire, appello al rispetto dei diritti inalienabili di ogni persona ed al suo sviluppo integrale, annuncio di giustizia e di fraternità, fonte di unità”. “La Chiesa è una presenza che chiama all’accoglienza (…). La Chiesa – ribadisce Ratzinger – è solidale con coloro che sono colpiti dalle calamità naturali e dalla povertà anche nelle società opulente. Davanti all’esodo di quanti migrano dalla loro terra e sono spinti lontano dalla fame, dall’intolleranza o dal degrado ambientale, la Chiesa è una presenza che chiama all’accoglienza. In una parola, la Chiesa annuncia ovunque il Vangelo di Cristo nonostante le persecuzioni, le discriminazioni, gli attacchi e l’indifferenza, talvolta ostile, che – anzi – le consentono di condividere la sorte del suo Maestro e Signore”. Auguri, quindi, a Roma e all’Italia intera. “La nascita di Cristo rechi in ciascuno nuova speranza e susciti generoso impegno per la concorde costruzione di una società più giusta e solidale”. L’italiano è stata la prima delle 65 lingue utilizzate (una in più rispetto all’anno scorso, il kazako) da Benedetto XVI per i saluti e gli auguri. Oltre alle tradizionali lingue europee (francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, greco, albanese, romeno, ungherese) da segnalare i saluti anche in russo, mongolo, ucraino, turco, arabo, ebraico, aramaico, suahili, malgascio, urdu (del Pakistan), cinese, giapponese, coreano, vietnamita, maori, samoano, esperanto, guaranì. “Contemplando la povera e umile grotta di Betlemme – conclude il Papa rivolgendosi ai cattolici italiani -, le famiglie e le comunità imparino uno stile di vita semplice, trasparente e accogliente, ricco di gesti di amore e di perdono”. Nessun accenno, invece, all’aggressione subita nella Basilica di San Pietro.

  2. Avatar Marco
    Marco

    Buon Natale!|

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