Calabria: lo Stato c’è

Martedì la polizia ha eseguito a Rosarno 17 arresti nei confronti di altrettante persone indagate per reati di associazione mafiosa. L’operazione di polizia ha portato anche al sequestro di un ingente patrimonio, comprendente numerose attività commerciali, per un valore complessivo di decine di milioni di euro.

Da ieri è in corso in provincia di Reggio Calabria un’operazione dei carabinieri, denominata «Nuovo Potere», con l’esecuzione di 27 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone accusate di associazione per delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione e traffico d’armi e di droga.

Questa è la risposta migliore che lo Stato può dare dopo i gravissimi fatti accaduti nei giorni scorsi in quelle zone. E’ l’ennesima prova che lo Stato in Calabria c’è, continuerà ad esserci e non darà tregua alla ‘ndrangheta e ad ogni forma di criminalità.

Il Consiglio dei ministri ieri ha deciso di tenere entro la fine del mese di gennaio in Calabria una seduta straordinaria, per discutere ed approvare il piano straordinario antimafia predisposto dal governo Berlusconi.


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2 risposte a “Calabria: lo Stato c’è”

  1. Avatar MAFALDA

    Condivido incontro il piano antimafia proposto dal PRESIDENTE BERLUSCONI ,buon lavoro PRESIDENTE

  2. Avatar Franco Faranda
    Franco Faranda

    Forse lo Stato c’è. Alle volte però resta il dubbio che sia uno Stato ad orologeria. Un po’ come l’avviso di garanzia a Berlusconi durante il G8. Lo Stato interviene ed opera arresti, ma dopo i fatti calabresi. È già successo in altra occasione in Puglia. Dopo la morte di due finanzieri in uno scontro con i contrabbandieri, nello spazio di una settimana la Guardia di Finanza scoprì due covi ove venivano custodite le macchine corazzate. Poi non ne abbiamo saputo più niente. È stato sgominato il traffico illecito definitivamente o, data una “lezione” ai contrabbandieri, in risposta allo “sgarro” ricevuto, tutto è tornato nella normale convivenza che esiste anche tra guardie e ladri?
    Anche gli arresti di Rosarno, certamente necessari, arrivano sull’onda di un’emergenza che è esplosa, ma che – stando a quanto ho letto sulla stampa – era ben nota a tutte le forze dell’ordine e ai politici. Del resto come si fa a non sapere di sfruttamento del lavoro in una comunità di 15.000 abitanti che “ospita” 1500 – 2000 persone africane che non passano certo inosservati per via del colore della pelle?
    Una situazione evidentemente tollerata da tutti, anche dagli attuali politici. Sia dai politici locali che dal Governo centrale e non solo da questo Governo. Capisco che non è facile intervenire e sono convinto che non bastano i carabinieri. Spero insomma che dopo gli arresti si proceda al risanamento. E non sarà facile perché bisognerà risanare un’intera comunità vessata dal malcostume, con i consigli comunali spesso affidati a commissari. Per risanare occorre investire risorse e investendo risorse occorre essere certi che finiscano in buone mani.
    Ma è dunque così difficile trovare un manipolo di persone capaci, libere da condizionamenti malavitosi, in grado di rimettere la legalità al centro dell’interesse comune?

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