Cambiare la scuola, ma convincendo tutti o quasi

La provincia di Como del 13 aprile 2003
di Massimo Bargna

Una casa di cui è stata realizzata la struttura generale, già ben visibile, ma che va completata con il contributo di tutti coloro che dovranno abitarla: insegnanti, genitori e studenti. Con questa metafora Antonio Palmieri, deputato del collegio di Cantù e componente della commissione cultura della Camera dei Deputati, descrive il contenuto della Riforma della scuola voluta dal Ministro Letizia Moratti ed entrata in vigore il 2 aprile scorso. L’iter legislativo e le linee guida della legge che ridefinisce il sistema scolastico nazionale, sono stati illustrati da Palmieri nell’incontro pubblico che si è svolto nella scuola elementare. Una manovra, quella della legge Moratti, da più parti contestata ma che rappresenta un importante punto di sviluppo per la società e per la cultura italiana. “Della riforma si è molto parlato ma spesso in modo impreciso” ha osservato Palmieri “confondendo il suo contenuto con quello della bozza di legge che è stata modificata e approfondita, in maniera sostanziosa, dalla commissione pubblica istruzione della Camera. Anche adesso che la legge è stata promulgata, non si può dire che la riforma sia completa. La delega al Governo, che dovrà emanare entro 24 mesi una serie di decreti che integrano la riforma, è soltanto il primo atto che consente alla legge Moratti di cominciare a mettersi in moto per poi completarsi nell’arco di tempo previsto. La messa a regime per le scuole superiori richiederà all’incirca cinque anni. “Bisognerà avere pazienza” ha sottolineato il deputato, in risposta ai dubbi sollevati dai dirigenti scolastici e dagli insegnanti che erano presenti in sala – “perché cambiare il sistema scolastico è un’operazione complessa e farsi prendere dalla fretta sarebbe controproducente. Non si tratta di una rivoluzione ma di una riforma possibile che recupera il meglio della nostra tradizione scolastica, soprattutto nelle elementari, e delle riforme elaborate dai governi di centro-sinistra come, ad esempio, l’autonomia scolastica”.
Palmieri ha insistito sulla necessità di evitare contrapposizioni con quella parte del corpo docente, ma anche degli studenti, che hanno manifestato perplessità in merito alla riforma scolastica e di lavorare insieme per evidenziare i punti deboli della legge e per correggerla.


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