Questa crisi parlamentare (perchè creata da parlamentari cha cambiano partito) è possibile perchè il premier non ha poteri di scioglimento. Il sindaco del più piccolo comune può mandare a casa i consiglieri comunali e tornare davanti agli elettori, il premier no. Ciò rende possibili inciuci, governi “tecnici”, ribaltoni alla faccia del voto dei cittadini.
Avevamo modificato questa situazione conla riforma della Costituzione varata nel 2005 e respinta dal referendum cavalcato dalla sinistra (e non ostacolato dagli “alleati” Fini e Casini) in nome della sacralità della Costituzione del 1948 e dell’avversione al federalismo.
I cultori della legalità e del rispetto della Costituzione siano allora coerenti fino in fondo, specie quelli di neonati partiti che decretano la fine del governo e del programma per il quale sono stati votati e che hanno sostenuto per due anni e mezzo: vengano in Parlamento e convincano i “loro” parlamentari a votare contro il governo scelto dai cittadini.
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