Avvenire del 7 maggio 2005
di Pier Luigi Fornari
Vi deve pur essere una ragione se il quorum non è previsto nelle elezioni politiche ed amministrative, mentre invece è espressamente richiesto dall’articolo 75 della Costituzione per i referendum, “al fine di garantire un controllo di opportunità delle richieste referendarie, un controllo che è affidato al popolo nell’unico modo possibile: scegliendo (cioè ragionando, studiando e decidendo) di andare o non andare a votare”. È questa una delle considerazioni contenute nella presa di posizione del Comitato “Scienza & vita per la legge 40” diffusa ieri, all’indomani dei duri attacchi lanciati alle tesi di chi, in vista del 12 giugno, sostiene la legittimità del ricorso al non voto per invalidare il test referendario.
In particolare, la nota riprende in esame la pesante accusa di “delitto” rivolta due giorni fa alle posizioni emerse nel mondo cattolico da Giuliano Amato, al quale pure si riconosce di essersi mostrato in passato un laico attento al diritto alla vita. “Come non ricordare i suoi interventi a sostegno della soggettività giuridica dell’embrione fin dal concepimento?”.
Quanto al ministro Antonio Martino, fautore di quattro “sì”, i sostenitori della legge 40 replicano che lo Stato etico è quello che pretende di essere produttore di etica, non quello che accetta l’idea di avere al di sopra di se stesso una regola etica che giudica la sua azione. “Scienza & vita” prova poi a ripetere, tanto ad Amato che a Martino, quanto scrisse Norberto Bobbio: “Mi stupisco che i laici lascino ai credenti il privilegio e l’onore di affermare che non si deve uccidere”.
Da un’esponente del Comitato, Luisa Santolini, sono poi stati espressi ieri rammarico e sorpresa per “il sostanziale diniego ricevuto dal Corriere della Sera” alla pubblicazione di un commento sull’incredibile affermazione di Amato, rilanciata con evidenza dalle pagine del principale quotidiano italiano”. “Purtroppo sono ormai oltre due mesi – lamenta Santolini – che assistiamo al pressoché totale oscuramento dell’attività del Comitato “Scienza & vita” da parte del Corriere”. Con il rischio di negare “il diritto di cittadinanza alle migliaia di uomini e donne che in queste ore, in ogni parte d’Italia, a nome del Comitato “Scienza & vita”, si stanno adoperando a favore della legge 40″.
Intanto i parlamentari che fanno parte del comitato “non votare” sottolineano: “Chi ritiene che l’astensione rappresenti una forma di furbizia o di mancanza di rispetto proponga una riforma costituzionale, ma deve essere chiaro che il “non voto” è una risposta responsabile a una sfida posta puramente a livello referendario per abrogare di fatto la legge 40, ciò che noi non vogliamo”. Enzo Carra (Margherita), Francesca Martini (Lega), Antonio Palmieri (Forza Italia), Patrizia Paoletti Tangheroni (Forza Italia) e Luca Volontè ricordano che “la nostra Costituzione nel richiedere un quorum di validità, non lascia dubbi sulle modalità di esercizio di questo importante strumento di democrazia diretta”.
Nella associazione bipartisan per il “non voto” confluiscono anche i senatori promotori del Comitato parlamentare per il “no”, e cioè, Laura Bianconi (Fi), Maurizio Eufemi, Gino Moncada, Antonio Iervolino, Renzo Gubert (Udc), Riccardo Pedrizzi, Biagio Tatò e Michele Bonatesta (An).
E il coordinatore nazionale giovani del Movimento per la vita italiano, Giorgio Gibertini, critica la scelta del comitato per il “si” ai di prendere come testimonial alcune attrici famose: “Visto che raccontano un sacco di bugie sulla fecondazione artificiale, hanno bisogno di bravi attrici che le interpretino, cercando di renderle credibili”.
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