Dedicare il CalenDiario alla descrizione della situazione di mio papà, da oltre sei settimane in ospedale dopo una grave emorragia cerebrale, con successive infinite complicazioni che lui ha superato da leone quale è, è un modo per informare le tante persone amiche che sono preoccupate per lui. Io cerco di stargli accanto più che posso, di norma dalle 12 alle 13 e dalle 17 alle 19.30, per spronarlo e per non farlo sentire solo.
Riflettendo in queste settimane sul grande mistero che è la sofferenza, ho capito che gli avversari di chi è malato sono la paura, la tristezza, l’abbandono. Sui primi due posso fare poco. Sul terzo, anche solo con la mia presenza, spero di poter fare qualcosa.
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