Nel corso del Question Time odierno ho “interrogato” il ministro dello Sviluppo Economico, Flavio Zanonato, riguardo l’attuazione dell’Agenda digitale. Ecco cosa mi ha risposto
ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, signor Ministro, come è noto, nella scorsa legislatura noi come Camera e anche i Governi della Repubblica si sono per così dire «applicati» al tema dell’agenda digitale. Nei due decreti-legge «crescita» di giugno e di ottobre 2012, il Governo Monti ha tentato, per così dire, una sintesi con l’Agenzia per l’Italia digitale, con una serie di misure di e-government e a favore delle start up e dell’economia digitale.
Ora però siamo ad un punto morto perché l’Agenzia non è tuttora in grado di operare. Addirittura il Governo ha dovuto ritirarne lo statuto. Inoltre, i troppi decreti attuativi previsti, cosa che noi avevamo denunciato, io personalmente assieme agli altri colleghi nella scorsa legislatura, di fatto bloccano l’agenda digitale nel nostro Paese. Quindi, la domanda è quando saranno effettivamente espletati e resi pubblici questi decreti attuativi e che fine farà l’Agenzia.
FLAVIO ZANONATO, Ministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, l’agenda digitale è stata definita da un insieme di norme introdotte dai decreti-legge n. 83 e n. 179 del 2012. I predetti decreti hanno previsto l’emanazione di trentotto decreti attuativi che investono le competenze di diversi Ministeri interessati. Il Ministero dello sviluppo economico è coinvolto in dieci di questi decreti, due hanno completato il loro iter e sono in vigore. Il regolamento per l’individuazione degli interventi a carico degli operatori di telecomunicazioni per evitare interferenze è stato approvato dal Consiglio di Stato ed è imminente l’attuazione. Lo statuto dell’Agenzia per l’Italia digitale è stato definito e poi ritirato dall’ufficio bilancio non competente cui era stato inviato per errore come ho spiegato poco, ma è già stato di nuovo trasmesso per la registrazione e dovrebbe essere adottato a pochissimo.
Restano, per quel che riguarda il mio Ministero, sei decreti attuativi, per i quali l’iter è ancora in corso, che mi impegno a far emanare nel tempo più breve possibile. Due si riferiscono ad interventi di rimodulazione delle strutture e delle dotazioni del Ministero, anche con riferimento al personale coinvolto. Gli altri quattro richiedono un concerto tra diversi Ministeri, ma sono relativi ad aspetti attuativi specifici dell’agenda digitale: riguardano le modalità per agevolare i pagamenti con moneta elettronica e specifiche tecniche delle operazioni di scavo delle infrastrutture. Stiamo lavorando ancora sull’adozione di un accordo quadro di collaborazione con la BEI e la Cassa depositi e prestiti e altri investitori istituzionali per il finanziamento dei grandi progetti di sistema collegati con l’agenda digitale.
Concludo soltanto con una considerazione: è importante che l’agenda digitale faccia riferimento ad un unico soggetto, ad un unico Ministero, perché in una situazione in cui esistono le competenze incrociate è inevitabile che si sovrappongano competenze e una serie di procedure, con il rischio anche di grossi ritardi.
ANTONIO PALMIERI. Signor Ministro, sono un po’ confuso dopo la sua risposta, perché mi sembra di capire che lei in qualche modo, per così dire, contesti l’impostazione che il Governo Letta sembrava aver dato rispetto al tema dell’agenda digitale, cioè la scelta di non avere una figura unica delegata al tema, che per sua natura è diffusa tra tanti Ministeri (si pensi solo a tutte le competenze che riguardano la pubblica amministrazione), mentre lei adesso, nella chiusura del suo intervento, richiama la necessità di una figura unificante che abbia la guida politica di questo. Quindi, mi sembra di capire – sempre andando per via deduttiva – che vi sia un cambio di direzione, per così dire, nell’azione del Governo e che, quindi, a breve dovremo aspettarci la nomina di un responsabile politico unico su questa materia. Attendiamo di vedere se ho capito bene oppure no.
Sul resto della risposta io mi limito, ma insomma, è chiaro che il 60-80 per cento dei decreti attuativi ancora da mettere in campo sono tanti, anche perché sono passati più di sei mesi. Allora da questo punto di vista evidentemente l’invito è a fare presto e a fare bene, tenendo conto che non stiamo parlando più del futuro, ma qui stiamo parlando del presente del nostro Paese che, a differenza del paradiso, non può più attendere. Allora sotto questo versante noi confermiamo l’impegno, per quanto riguarda il Popolo della Libertà, a stare vigilanti su questa materia, come abbiamo fatto nel corso della scorsa legislatura. Io la invito in modo particolare ad aggiungere due temi ai tanti che sono sul tappeto: il primo è il tema dell’e-commerce. Noi avevamo proposto delle misure, nella nostra proposta di legge, che il Governo Monti ha ritenuto di non prendere in considerazione. Il secondo tema è quello di educare le nostre aziende ad un uso corretto dell’economia digitale e dell’Internet.
Con questi auspici, io mi taccio e spero che ci rivedremo presto con delle buone notizie da parte sua, non tanto per noi, quanto per le nostre aziende e l’economia digitale in generale in Italia
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