Ho votato contro la legge sulle unioni civili perché è una legge che sancisce il diritto del più forte ai danni del più debole.
Per riconoscere i legittimi diritti delle coppie omosessuali sarebbe bastato prendere il meglio della proposta di legge di Mara Carfagna, prendere il meglio della proposta di legge di Alessandro Pagano, prendere la seconda parte della legge, che riguarda le coppie di fatto eterosessuali.
Invece, per motivi ideologici e politici, governo e maggioranza hanno scelto di predisporre un matrimonio sotto falso nome. Infatti le unioni civili tra persone omosessuali si celebrano come un matrimonio, hanno gli stessi diritti e doveri del matrimonio si sciolgono come un matrimonio.
Non lo hanno chiamato matrimonio perché avevano paura del fatto che in tutti i sondaggi la stragrande maggioranza degli italiani si dichiara contro il matrimonio omosessuale e contro le adozioni alle coppie gay.
A proposito di adozioni, al Senato hanno tolto dal testo il riferimento alla Stepchild adoption. Era un modo per prendere in giro gli alleati del PD. Come dimostrano le sentenze di questi mesi, la stepchild adoption nel nostro Paese c’è già.
Questo matrimonio sotto falso nome avrà due inesorabili conseguenze:
1. Attraverso ricorsi in Italia e in Europa ci saranno giudici pronti a dire che essendo le unioni civili di fatto identiche al matrimonio non si vede perché discriminare le coppie gay negando loro la possibilità di adottare.
2. Questa norma incentiva, di fatto la pratica dell’utero in affitto praticata all’estero.
Avevamo proposto un emendamento per punire l’utero in affitto anche se praticato all’estero e l’hanno respinto. Era una modifica circoscritta, non alterava l’impianto culturale e politico della legge. Invece hanno ribadito in questo modo il loro sì a questa pratica che non ha niente della sinistra che sta dalla parte dei più deboli ma che si mette a sostegno di chi ha più forza e più denaro.
Davvero con questa legge governo e maggioranza fanno prevalere il diritto del più forte, il desiderio degli adulti di avere un figlio a ogni costo, sul diritto del bambino ad avere una madre e un padre.
Questo diritto di ogni bambino ad avere un padre e una madre è provato da due evidenze incontrovertibili:
- Nessuno di noi si è fatto da solo.
- Ognuno di noi è stato generato da una madre e da un padre, dal che si deduce che è evidente che è la natura a essere omofoba.
Da queste due evidenze deriva il principio cardine della adozione: dare una famiglia a ogni bambino. Perché non esiste il diritto al figlio. Non esiste perché non può esistere il diritto a possedere un’altra persona, che in questo caso diventa il diritto a produrre un’altra persona.
Viceversa, in una coppia omosessuale i figli non possono essere generati ma solo prodotti comprando pezzi di corpo umano altrui, affittando per nove mesi utero e corpo di una donna, producendo un figlio programmaticamente orfano di madre o di padre.
Voglio essere chiaro. Auguro una vita felice e compiuta ai figli che sono nati in coppie omosessuali e lo stesso alle coppie omosessuali stabilmente unite. Ma il punto è che lo Stato non legifera sull’amore, che è un fatto che attiene alla libertà e alla intimità delle persone. Lo Stato legifera su ciò che ha utilità per la società e per tutelare i diritti dei più deboli: questa legge invece sancisce il diritto del più forte su quelli dei più deboli, i bambini, che sono soggetti di diritto e non un oggetto da produrre o di cui disporre a proprio piacimento.
Renzi il 29 dicembre 2015 aveva detto che il governo non avrebbe messo la fiducia sulle unioni civili. L’ha messa due volte, al Senato e poi alla Camera. Renzi aveva promesso ai suoi la libertà di coscienza. Con il voto di fiducia si è preso la libertà dei suoi parlamentari. La coscienza, come si è visto, non vota in dissenso dal leader.
Era tutto già scritto, ma ho continuato a fare del mio meglio in commissione giustizia e nei pochi spazi di parola in aula perché, come diceva Vaclav Havel, “La speranza non è la convinzione che qualcosa vada bene, ma la certezza che la cosa ha un senso, indipendentemente da come finirà”.
E’ finita come doveva finire. Ora lanceremo assieme ad altri colleghi il quesito referendario per cercare di capire come la pensa davvero il popolo italiano.
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