Quando in campagna elettorale un giornalista gli chiese come pensava di utilizzare la Rete per aumentare i consensi, Silvio Berlusconi rispose con una sincerità disarmante: “Io sono un vecchio signore che scrive ancora con la penna e questo mezzo non lo conosco”. In effetti, da uomo legato alla vecchia tivù, il Cavaliere e il suo più stretto entourage non si sono mai mostrati troppo interessati a presidiare i nuovi media: in Mediaset, ad esempio, si ridacchia delle profezie secondo cui il Web ucciderà il broadcasting tradizionale e si investe pochissimo su Internet. Tutto il contrario di quello che hanno fatto i grandi editori all’estero, da Rupert Murdoch all’inglese Bbc.
Ma anche in politica il fondatore di Forza Italia non ha creduto finora nella comunicazione on line, nonostante negli Usa Barack Obama abbia mostrato come un sito ben fatto possa essere uno strumento formidabile per diffondere un’immagine e raccogliere fondi. Come mai? ” Obama ha 25 anni in meno del nostro premier, il che ha un suo peso in termini di approccio culturale al tema”, ha spiegato con un intervento in Rete Antonio Palmieri, deputato berlusconiano e, al contrario del suo leader, attento da sempre alle potenzialità del Web.
Ed è proprio Palmieri l’uomo al quale il presidente del Consiglio ha affidato, un po’ distrattamente, il compito di non lasciare a Grillo e Di Pietro le praterie della Rete. A Palmieri, che ha definito Internet “il Viagra della politica”, si deve sia il sito storico di Forza Italia sia il recentissimo Governoberlusconi.it, il cui scopo è quello di esaltare l’attività dell’esecutivo e di rintuzzare eventuali critiche al premier. Entrambi i siti sono lontanissimi dai modelli più avanzati di Web 2.0 e hanno un’interattività assai scarsa. Ma anche questa, a quanto pare, è stata una scelta, così come la decisione di non fare blog e di non dialogare attraverso social network tipo Facebook: il modello di comunicazione resta anche in Rete quello unidirezionale e ‘televisivo’ con cui Berlusconi ha fatto fortuna e che, secondo il premier, è tuttora il più efficace in un paese poco alfabetizzato sull’on line.
(Alessandro Gilioli per “L’Espresso” )
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