Lettera al presidente della RAI
del 14 novembre 2001
Qualche settimana fa, assieme ad altri trenta parlamentari della Casa delle libertà, avevo inviato una lettera al presidente della Commisssione di vigilanza RAI, protestando per l’uso fatto da Santoro della Tv pubblica come megafono per i terroristi di Bin Laden. Dopo la deludente risposta del presidente della RAI, questa è la nostra replica.
Signor Presidente,
nella Sua risposta alla Commissione di Vigilanza della Rai, indirizzata al Sen. Claudio Petruccioli, nella quale Ella replica alla nostra lettera di protesta relativa alla partecipazione in una trasmissione televisiva di Michele Santoro dello Sceicco Omar Bakri, teorico del pensiero di Bin Laden, Ella si trincera dietro semplici ragioni di “logiche televisive” facendosi scudo del ruolo di “anchorman” e del prestigio di personaggi come Biagi, Vespa e dunque lo stesso Michele Santoro, da noi mai messo in dubbio.
Ci permetterà di dissentire. Nessuno di noi voleva mettere in dubbio il prestigio della Rai, le sue scelte, le eccellenti professionalità, l’altissimo livello delle competenze, l’autorevolezza di personaggi e programmi. Il punto era e resta un altro. Ci chiediamo se la guerra, il durissimo scontro internazionale in atto possano essere scambiati per un videogioco da salotto, se le ragioni, se pur sacrosante, degli ascolti e dell’audience possano venire prima degli interessi nazionali.
Signor Presidente,
Lei ritiene o no che chi porta questo conflitto fin dentro le nostre case, per tramite della TV pubblica, debba far prevalere in ogni caso rispetto al diritto di informare, il dovere di evitare che alcune informazioni, che certi interventi si trasformino in taglienti “boomerang” od addirittura in aperte teorizzazioni della “giusta causa” del terrorismo internazionale? I recenti, indicibili, indecorosi insulti al Crocefisso (vere e proprie bestemmie) proferiti in diretta televisiva dal Presidente dei Musulmani Italiani, Adel Smith, nella trasmissione di Vespa, “Porta a Porta”, se pure vigorosamente contrastati dallo stesso sconcertato conduttore, non rappresentano forse una provocazione eccessiva ed inaccettabile? Non costituiscono offesa dei nostri valori fondamentali; alla concezione stessa della vita e della morte che noi italiani abbiamo maturato in secoli di evoluzione delle nostre idee e del nostro pensiero? Per non parlare della delega di difesa dei valori cattolici, affidata incredibilmente a Padre Benjamin assurto purtroppo, alla fama nazionale per le posizioni antioccidentali!!
Signor Presidente,
non crede che la professionalità dei conduttori televisivi si misuri anche dalla scelta dei propri ospiti in studio? Non crede che possano esserci persone più equilibrate in grado di sostenere anche idee scomode? E non Le sembra banale da parte sua difendere acriticamente le trasmissioni di Santoro, quasi che chiamarsi Santoro o Vespa o Biagi sia bastevole per essere autorizzati a trasmettere qualunque esternazione, anche la più sconveniente ed offensiva? Non Le pare che un invito alla moderazione, una lettura critica del nostro modo di pensare e fare la televisione, oggi sia irrinviabile?
Aprire un dibattito sull’etica della responsabilità nell’informazione televisiva italiana in un tempo di crisi come quello che stiamo vivendo era il nostro non recondito obiettivo, non avevamo verità da imporre. Se Lei dovesse insistere nel farsi paladino di questa televisione degli eccessi, se si insistesse a chiamare ancora in televisione personaggi tanto inquietanti, allora, ci consentirebbe almeno di chiederci in quale irraggiungibile meandro di questa nostra frenetica Italia sia finita l’antica virtù della saggezza?
Questa volta, signor Presidente, limiteremo le firme a 3, non perché non sia possibile raggiungere su questo tema il numero di 30 o 60 o 90, ma per evitare, come la volta scorsa, di consentirLe di trattare con annoiata noncuranza altri autorevoli colleghi che come noi, eletti democraticamente, rappresentano il popolo italiano.
On. Guido Crosetto, On. Gianfranco Blasi, On. Antonio Palmieri
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