Assieme al collega Paolo Santulli, ho proposto la seguente interrogazione sul futuro dell’educazione fisica nella riforma della scuola
del 7 maggio 2003
ANTONIO PALMIERI. Signor Presidente, anche di recente, per l’ennesima volta, autorevoli fonti giornalistiche, a commento della riforma sui cicli scolastici, riportano l’esclusione dell’educazione fisica dalle materie obbligatorie. In realtà, in un ordine del giorno, sottoscritto da me e dall’onorevole Santulli, il ministro dell’istruzione si è impegnato a dare particolare impulso allo studio ed alla pratica delle discipline a carattere sportivo nei nuovi piani di studio previsti dalla riforma.
Inoltre, il Governo ha ribadito, nella risposta ad un atto di sindacato ispettivo del collega Santulli, la volontà di valorizzare le attività motorie e lo sport nei percorsi di studio.
Le notizie stampa sopra citate hanno ingenerato nei docenti e nelle famiglie confusione e preoccupazione; da qui l’esigenza di riaffermare l’orientamento del Governo in tale materia.
Per questo motivo, chiediamo al Governo di ribadire l’importanza riservata all’educazione fisica nell’ambito dell’attuazione della legge di riforma dei cicli scolastici.
PRESIDENTE. Il ministro per i rapporti con il Parlamento, onorevole Giovanardi, ha facoltà di rispondere.
CARLO GIOVANARDI, Ministro per i rapporti con il Parlamento. Signor Presidente, onorevole Palmieri, il cammino della riforma è spesso stato accompagnato da informazioni tanto allarmistiche per le famiglie e per gli utenti quanto ingiustificate. Questo caso ne è una conferma, perché il Governo non ha alcuna difficoltà ad assicurare agli interroganti, onorevoli Palmieri e Santulli, che la sua intenzione non è solo quella di inserire le scienze motorie e sportive nel profilo educativo, culturale e professionale dello studente del primo e del secondo ciclo di istruzione e di formazione, ma anche quella di ribadirne l’obbligatorietà dell’insegnamento. In questo senso, esse faranno parte delle discipline previste nelle indicazioni nazionali per i piani di studio personalizzati della scuola e dell’infanzia e delle scuole del primo e del secondo ciclo. Sarà poi compito dei docenti trasformare autonomamente le conoscenze e le abilità delle scienze motorie e sportive nell’educazione fisica e sportiva ovvero di promuovere la trasformazione in competenze personali degli allievi.
A questo proposito, è intenzione del Governo potenziare il ruolo dei docenti di educazione fisica e sportiva nella scuola, coinvolgendoli maggiormente sia nell’attività di educazione alla convivenza civile (mi riferisco, in particolare, all’educazione stradale, all’educazione alla salute, alimentare ed ambientale), sia nel collegamento con altre discipline di insegnamento a partire dalle scienze naturali e dalla geografia.
Per questo motivo, mentre la formazione iniziale dei docenti di educazione fisica e sportiva si dovrà armonicamente coordinare ed integrare con quella disegnata per tutti i docenti dall’articolo 5 della legge delega n. 53 che riforma il sistema scolastico, è previsto anche un forte investimento nella formazione e nell’aggiornamento dei docenti in servizio.
Il Governo si augura di poter contare sull’impegno e sul qualificato contributo dei docenti in servizio allo scopo di realizzare questo ambizioso disegno di rinnovamento culturale, teso a valorizzare il ruolo e la funzione dell’educazione fisica e sportiva nel più generale processo della formazione delle giovani generazioni.
PRESIDENTE. L’onorevole Santulli, cofirmatario dell’interrogazione, ha facoltà di replicare.
PAOLO SANTULLI. Signor Presidente, signor ministro, noi non avevamo dubbi. Abbiamo lavorato per quello che ci ha riferito in questo momento e lo stiamo già illustrando in tutti i convegni che stiamo portando in giro per l’Italia. Però, reputavamo indispensabile la risposta ad un noto ed autorevole quotidiano nazionale che, come detto dall’onorevole Palmieri, ha riportato recentemente che la riforma della scuola esclude l’educazione fisica e sportiva dalle materie obbligatorie. Questo allarmistico articolo ha messo in crisi tutti i docenti che già immaginavano migliaia di tagli ai posti di lavoro. Per questo abbiamo voluto l’intervento del Governo. Oltretutto, ci siamo sempre chiesti come si sarebbero potuti stabilire da un lato livelli essenziali di prestazione prescrittivi per ogni istituzione scolastica così impegnativi e, dall’altro, pensare di relegare l’educazione fisica e sportiva in qualche non precisato momento facoltativo o, addirittura, di delegare l’insegnamento anche a soggetti esterni alla scuola.
La legge di riordino dei cicli di istruzione è chiara e prevede espressamente all’articolo 1 l’attività motoria e le competenze ludico-sportive degli studenti ed all’articolo 2 che la scuola dell’infanzia concorre all’educazione ed allo sviluppo psicomotorio. È un’articolazione forte che evidenzia elementi di continuità verticale. Queste cose le abbiamo volute e sostenute sin dalla proposta del professor Bertagna, al quale va il nostro ringraziamento per la sua disponibilità al dialogo. Dobbiamo rivolgere un particolare riconoscimento al ministro Moratti ed all’infaticabile sottosegretario Valentina Aprea che ci hanno offerto la possibilità di partecipare e costruire insieme questo progetto di riforma che ha segnato, tra l’altro, la nascita dell’associazionismo sportivo scolastico e dello sport per ognuno, attraverso la scuola.
Finalmente oggi – e concludo, signor Presidente – dovrebbe essere chiaro che l’insegnamento dell’educazione fisica e sportiva, contenuto nella disciplina delle scienze motorie e sportive, continua ad essere a pieno titolo tra le discipline obbligatorie, esattamente come quelle linguistiche, scientifiche, espressive e così via.
Grazie, ministro, e speriamo che questo nostro reciproco intervento abbia finalmente posto fine agli equivoci (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
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