Il mio intervento in aula
del 15 ottobre 2003
Signor Presidente, signor ministro, colleghi,
devo dire che, quando poco meno di un anno fa, ho cominciato a seguire il tema dell’accessibilità dei siti Internet per le persone diversamente abili, non pensavo che avrei cominciato una fase così bella e qualificante del mio lavoro parlamentare.
In questi 12 mesi, ho conosciuto tante persone generose e, soprattutto, mi sono – per così dire – destato dalla mia condizione di beata ignoranza in merito ad un tema così importante per la qualità della vita di tanti nostri concittadini e che io, che pure lavoro in Internet dal 1995, fino allo scorso novembre ignoravo.
Ho voluto svolgere questa introduzione di tipo esistenziale non solo come testimonianza personale, ma soprattutto perché ritengo sia utile a capire uno dei meriti di questo testo di legge, vale a dire quello di avere acceso i riflettori sul tema dell’accessibilità e di aver in tal modo attivato l’inizio di un cambiamento di cultura e di mentalità che speriamo si rifletta nell’intera società italiana.
Grazie a questo provvedimento si avrà la rimozione delle barriere architettoniche digitali nei siti della pubblica amministrazione e speriamo che, per contagio, ciò possa avvenire anche con riferimento ai siti Internet che non sono della pubblica amministrazione. Potremmo dire che, in questo caso, fatta la legge comincia il lavoro; non solo il lavoro di adeguamento dei siti Internet della pubblica amministrazione e di pubblica utilità, ma soprattutto il lavoro di presa di coscienza del tema – non voglio chiamarlo problema – dell’accessibilità e della necessità di garantirla a tutti cittadini con disabilità.
Assieme al collega ed amico Cesare Campa – che ringrazio per avermi introdotto in questa materia -, il 16 dicembre 2002, abbiamo presentato la proposta di legge Campa-Palmieri. L’abbiamo fatto formalmente alla Camera e contestualmente in un convegno a Venezia, organizzato dai rappresentanti italiani dell’International webmaster association e del consorzio W3C. Grazie al loro aiuto e alla loro competenza e grazie al sostegno di una veemente campagna on line, patrocinata da Key4biz e da Puntoit, in poche settimane la proposta di legge Campa-Palmieri si è imposta all’attenzione del mondo Internet e del mondo politico, catalizzando l’attenzione sul tema dell’accessibilità.
Vi è stata l’immediata e spontanea adesione di tantissimi colleghi del gruppo di Forza Italia – quasi un centinaio -, ma abbiamo sollecitato e ricevuto anche quella di tanti altri colleghi di tutti i partiti di maggioranza e di molti autorevoli esponenti dell’opposizione in quanto, fin dall’inizio, abbiamo voluto che questa fosse una legge di tutti, per tutti.
Devo ammettere che così è stato e voglio ringraziare le colleghe e i colleghi dell’opposizione per il lavoro svolto in Commissione assieme a noi e, con loro, ringrazio il relatore Paolo Ricciotti, il presidente della Commissione, Paolo Romani, e, ovviamente, il ministro Lucio Stanca.
La proposta di legge Campa-Palmieri – tale denominazione è per me, come si può comprendere, estremamente confortante e ben augurante – ha potuto godere non solo del traino dell’anno europeo delle persone con disabilità, ma anche dell’azione del Ministero per l’innovazione e le tecnologie che aveva iniziato già nel corso del 2002 ad approfondire il tema, predisponendo una commissione di lavoro interministeriale sull’uso delle tecnologie per migliorare la qualità della vita delle persone disabili.
Il proficuo lavoro svolto da questa commissione è culminato nella presentazione alla Camera da parte del ministro Stanca, il 5 marzo scorso, del libro bianco su tecnologie e disabilità. Si tratta di una tappa importante, che ha coinvolto altri quattro ministeri e il Presidente Casini, il quale con il suo autorevole sostegno ha consentito la calendarizzazione tempestiva per l’Assemblea del provvedimento in esame.
Insieme con l’azione del ministro Stanca, del Governo e del Presidente della Camera, questo impegno si è successivamente concretizzato in un disegno di legge governativo presentato nella scorsa primavera e ha inoltre messo capo, come ricordava precedentemente il ministro, alla formazione di una commissione permanente presso il Ministero per l’innovazione e le tecnologie con il compito di seguire definitivamente e, per l’appunto, permanentemente, il tema dell’accessibilità e del rapporto tra disabili e tecnologie.
Fra gli obiettivi raggiunti in tema di attenzione a rendere accessibili a tutti e in particolare ai cittadini con disabilità servizi, informazioni e conoscenza, voglio ricordare un provvedimento passato quasi inosservato: l’istituzione anche nel nostro paese delle università a distanza. Si tratta di un provvedimento nato da un emendamento alla legge finanziaria per il 2003, presentato dal sottoscritto insieme con un gruppo di colleghi «azzurri», e che ha già visto emanato il decreto attuativo congiunto del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca e del Ministero per l’innovazione e le tecnologie.
In questo modo potremo moltiplicare nei prossimi anni l’offerta formativa di carattere universitario fruibile a distanza, e se ne gioveranno, ovviamente, gli studenti lavoratori, chi vive lontano dalle sedi accademiche, gli stranieri e gli italiani all’estero e coloro che a causa di disabilità hanno difficoltà a seguire le normali lezioni accademiche.
Tornando alla proposta di legge Campa-Palmieri, essa, dopo molti mesi di lavoro, non esiste più. Al suo posto c’è il testo che tra poche ore voteremo, un testo frutto del contributo di tutti coloro che ho precedentemente ricordato, un testo adeguato e attuabile, del quale mi accingo a descrivere i punti salienti.
La legge sancisce il riconoscimento di un diritto costituzionale e il suo rispetto in tutti i siti Internet della pubblica amministrazione, statali e locali, e in quelli che erogano servizi di pubblica utilità. È evidente che in un’era in cui sempre più l’e-government consentirà di erogare on line servizi e informazioni, non è possibile escludere da tali servizi una larga porzione di cittadini. Si tratta di cittadini che, grazie appunto alle tecnologie digitali, possono superare le difficoltà che incontrano nella vita di tutti i giorni.
Per quanto riguarda i privati, la legge non impone obblighi. Conformemente a quell’azione culturale e di attenzione cui ho fatto riferimento all’inizio, abbiamo scelto di sostenere l’approccio positivo indicato dall’articolo 6 e voluto in particolare del ministro, con l’attribuzione del cosiddetto «bollino blu», a richiesta delle aziende e dei privati che rendono accessibile il proprio sito.
In questo caso, convincere è meglio che costringere, e già numerose sono le aziende, grandi e piccole, produttrici di hardware e software, attente al tema dell’accessibilità, che hanno sviluppato prodotti in questo senso. Ora – questa legge può essere un ottimo punto di partenza – bisogna far capire a tutte le altre aziende – banche, assicurazioni, catene commerciali, librerie on line, e via dicendo – che ciò è buono e anche utile, e che conviene loro allargare la platea dei clienti on line, rendendo accessibili i propri siti Internet.
Altro tema importante che ha alimentato il dibattito on line e off line in questi mesi è stato quello delle sanzioni.
Il testo prevede esplicitamente due tipi di sanzioni, una di tipo disciplinare per i dirigenti pubblici e una di tipo economico per i nuovi contratti che non prevedano l’accessibilità e che vengono dichiarati nulli, mentre, per quelli già in essere, è previsto un meccanismo di adeguamento saggiamente flessibile. Ma c’è una terza sanzione non esplicita, che, a mio avviso, è forse la più forte: la sanzione politica. Questa legge è un’arma nelle mani dei cittadini con disabilità e delle loro associazioni, un’arma in forza della quale essi possono mettere sotto pressione le pubbliche amministrazioni in ogni luogo dello stivale. Credo proprio che saranno pochi gli amministratori pubblici che vorranno esporsi al pubblico rimprovero e alla conseguente perdita di immagine e di reputazione che ne ricaverebbero a causa delle pubbliche rimostranze dei cittadini disabili.
Altro tema di grande dibattito in questi mesi è stato quello degli standard tecnici dell’accessibilità. Anche in questo caso, credo che il testo della legge proponga un ottimo punto di caduta all’articolo 11. Adeguarsi, come previsto nell’articolo finale del testo di legge, alle linee guida indicate dall’Unione europea, che – come è noto – si rifà alle linee guida sull’accessibilità del consorzio W3C, significa allineare il nostro paese agli standard internazionali oggi accreditati. Anche in questo caso, credo si sia raggiunto un ottimo punto di accordo.
Signor Presidente, signor ministro, colleghi, in conclusione, questo testo di legge è un buon punto di partenza. Si tratta di un punto di partenza molto buono, utile per attivare un processo virtuoso che porti a migliorare i servizi on line della pubblica amministrazione, rendendoli accessibili a tutti. Questa è una legge buona, giusta e utile. È buona perché interviene per alleviare i disagi e per contribuire a migliorare la qualità della vita di tanti nostri concittadini. È giusta perché sancisce il rispetto di un antico ma imprescindibile diritto costituzionale e di civiltà nel nuovo contesto determinato dalle tecnologie informatiche. È utile per due motivi: per i cittadini con disabilità, che potranno nel tempo usufruire pienamente dei servizi, delle informazioni e della conoscenza che è possibile acquisire tramite i siti Internet della pubblica amministrazione, ma anche per tutti noi, perché l’accessibilità è di beneficio per tutti coloro che fruiscono di Internet. L’accessibilità, infatti, è paragonabile alla Formula 1: come le soluzioni che si sperimentano per la Ferrari poi vengono adottate dalle auto per così dire normali, allo stesso modo, le soluzioni accessibili, dapprima pensate per i cittadini con disabilità, in realtà costruiscono siti più fruibili da parte di tutti.
In definitiva, quindi, sono contento di aver potuto lavorare, in questi mesi, al presente testo di legge con il relatore, con i colleghi della maggioranza e dell’opposizione, con il ministro. Anch’io confido in una rapida e sollecita approvazione da parte della Camera e in una altrettanto rapida e sollecita approvazione da parte del Senato (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
Lascia un commento