Oggi sono cinque mesi dal giorno dell’emorragia cerebrale che ha colpito mio padre. Cinque mesi istruttivi, che mi hanno portato in contatto con la sofferenza e con luoghi (tre ospedali) di sofferenza e fatica. Cinque mesi importanti, che mi confermano nella convinzione che la vita non ha una sola qualità ma che ogni condizione ha la sua particolare qualità di vita. E che l’importante, per chi è malato, è non conoscere l’abbandono, la tristezza, la paura. Sulle ultime due cose posso fare poco, sulla prima, molto. Credo.
18 ottobre 2007
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24 risposte a “18 ottobre 2007”
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Caro Antonio,
come te anch’io assisto costantemente mia mamma malatasi d’improvviso e gravemente l’8 di agosto. Da quella data sono, siamo a conoscenza della sofferenza e del disagio di tanti ammalati e dei loro familiari che come noi sono catapultati d’improvviso in una realtà dura, difficile…
Un forte abbraccio. -
caro on. Palmieri,
la capisco profondamente perchè tanti anni fa mio padre ha avuto lo stesso problema e questa estate la mia mamma si è fratturata il femore, in tutti e due i casi io non li ho lasciati un momento da soli soprattutto con mia madre che immobile a letto chiedeva aiuto con uno sguardo. Ho passato l’estate facendo le notti a mia madre e la mattina andavo a lavorare, sono estenuata ma contenta perchè con l’amore mio e delle mie sorelle mia mamma si è rimessa in piedi e creda che cammina meglio di prima….. ha 92 anni!!!! Questo per ricordare a tutti che con l’aiuto di Dio e della fede l’Amore fa miracoli.. Spero di avere di nuovo l’opportunità di incontrarla presto, auguri per il suo papà con tutto il cuore. Antonella -
Ciao, ho appena letto il tuo messaggio e mi spiace aver letto di tuo padre. Per me, che sono una mamma che con gli ospedali combatte da ben quattordici anni, è facile comprendere ciò che può significare, malattia. Auguro al tuo papà una rapidissima guarigione e a te un grazie per quanto ribadisci.ciao Luciana
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Carissimo On.Palmieri, le sono vicino e spero che tutto si risolva nel migliore dei modi. La tenacia ,la resistenza e tanto amore so che le appartengono e che la aiuteranno a superare tutto.Un caro saluto al papà . Un abbraccio Mauro Luigi Deidda.
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Mi dispiace molto per suo padre..Tenga duro! Le faccio tanti auguri, pregherò per voi..
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Auguro di cuore a suo padre una pronta e rapida guarigione.
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caro Antonio,apprendo adesso della situazione che stai attraversando.Anche io da luglio a settembre ho assistito in ospedale la mia cara mamma.Purtroppo c’é stata la dipartita , ma adesso ,dopo un mese,penso a quei giorni e a quelle notti che ho vissuto con lei.Quanti momenti pieni di sentimento,quante prove di amore da parte mia e sua.
Ai miei perché,la risposta é stata “ero ammalato e mi avete curato”.Per restare nel tema del post,l’abbandono in ospedale da parte dei figli principalmente,fa parte di una cultura consumistica e non Cristiana.Tu con i tuoi molteplici impegni,non hai trascurato tuo padre.Perché?Per dovere?Per affetto?Per gratitudine?NO!Penso sopratutto per i tuoi insegnamenti Cristiani.Il padre non ce lo siamo scelti,DIO ce lo ha assegnato.Tramite il padre a ritroso arriviamo ad Abramo il padre della nostra Fede. Il tuo vissuto di questi mesi,aumenterà il tuo impegno in politica,nel potere fare di piu’ di quello che fai ,per aiutare il prossimo.Auguro una pronta guarigione al tuo papa’ e per te un affettuoso abbraccio.Santino -
Ognuno di noi ,quando si trova a dover condividere la sofferenza fisica e psicologica dei nostri cari,soprattutto come nel mio caso , di malati terminali, ci si colloca empaticamente con il malato, si dimenticano i conflitti generazionali e soprattutto si cerca di infondere speranza e mai rassegnazione.
Poi, quando l’inevitabile è compiuto , saranno le piccole cose a dare un senso diverso alla vita: si diventa più sensibili verso gli altri e verso il mondo delle cose e la gioia arriverà anche da un piccolo fiore sbocciato,inaspettatamente, fuori stagione. Auguri sinceri dott.Palmieri. maria peirasso -
Gent.mo Onorevole Palmieri, ho appreso leggendo la sua mail, la notizia del grave problema di suo padre e spero possa risolversi con una completa guarigione. Posso comprendere il suo stato d’animo: il mio papà non è stato colpito da un ictus, ma da quasi due anni soffre per un grave deficit neurologico, i medici lo hanno definito un disturbo extra-piramidale, ma non importa l’esatta definizione scientifica, se non per la terapia, perchè la cosa più triste per noi che gli vogliamo bene è vederlo malato e non poter fare quasi nulla. Era un uomo forte, una roccia e all’improvviso non è stato più così e la malattia progressiva lentamente lo ha debilitato fisicamente e la sua mente ormai è persa in un passato sempre più lontano: lui vive nel suo mondo, ci riconosce e qualche volta sembra ancora con noi, ma poi torna la nebbia e tutto si confonde. Ma è sempre il mio papà, quando vado a trovarlo a casa sua mi accoglie con un sorriso e quegli occhi stanchi ancora, per qualche istante, si riaccendono. La cosa più importante ora più che mai è proprio l’amore che ci tiene uniti, un filo invisibile ma indissolubile e con la fede si riesce a dare un senso o perlomeno ad accettare quello che umanamente sarebbe incomprensibile. Una cosa che io credo sia molto importante è fargli comprendere tutto l’affetto ed il bene che provo per lui, non mi stanco mai di abbracciarlo e di dirgli “ti voglio tanto bene” e lui questo riesce a sentirlo, nessuna malattia può chiudere le porte del cuore…
Come al solito, quando inizio a scrivere, difficilmente riesco a contenermi, ma desideravo esserle vicina condividendo un’esperienza di malattia e sofferenza. Le auguro che il suo papà possa riprendersi completamente e che lei possa proseguire il suo importante impegno politico nella speranza che il nostro Paese, terminata questa triste parentesi di governo, possa vedere tempi decisamente migliori.
Con molta stima Rita Muscardin -
Egr. On. Palmieri le persone malate oltre alle doverose cure anno molto bisogno di amore, tanto amore e lo sentono anche se non sono più in grado di comunicare con i sensi ma pur sempre con l’anima. L’amore è miracoloso e vince la paura e la tristezza. Dio è amore e quando si da amore al nostro prossimo diamo Dio e Dio può tutto. Siamo tutti nel Suo Sacro Cuore. Pregherò perchè Egli assista e conforti Lei e Suo padre in questa difficile prova e Vi invio amore con tutto il mio cuore.
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Egr. On. Palmieri le persone malate oltre alle doverose cure anno molto bisogno di amore, tanto amore e lo sentono anche se non sono più in grado di comunicare con i sensi ma pur sempre con l’anima. L’amore è miracoloso e vince la paura e la tristezza. Dio è amore e quando si da amore al nostro prossimo diamo Dio e Dio può tutto. Siamo tutti nel Suo Sacro Cuore. Pregherò perchè Egli assista e conforti Lei e Suo padre in questa difficile prova e Vi invio amore con tutto il mio cuore.
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Egr. On. Palmieri le persone malate oltre alle doverose cure anno molto bisogno di amore, tanto amore e lo sentono anche se non sono più in grado di comunicare con i sensi ma pur sempre con l’anima. L’amore è miracoloso e vince la paura e la tristezza. Dio è amore e quando si da amore al nostro prossimo diamo Dio e Dio può tutto. Siamo tutti nel Suo Sacro Cuore. Pregherò perchè Egli assista e conforti Lei e Suo padre in questa difficile prova e Vi invio amore con tutto il mio cuore.
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anche non conoscendola di persona le auguro tutto il bene possibile per suo padre e per lei
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Le sono vicino con affetto e la comprendo. Sono ormai tanti anni che con mio padre vissi la stessa esperienza, allora fortunatamente risolta positivamente. Grazie per il Suo impegno, ma il dovere dei figli in tale circostanza è quello di essere accanto ai genitori. Auguri
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Abbandono, tristezza, paura: sono tre stati d’animo che tutti noi esperimentiamo, in particolare nella malattia ma in tutte le condizioni che impegnano la persona a confrontarsi con una situazione nuova e non piacevole. Gentile on. Palmieri, lei scrive che può fare qualcosa solo contro il sentirsi abbandonato, certamente con la sua presenza vicina a chi soffre, in questo caso suo padre, eppure credo che se la nostra presenza non sa dare qualcosa di più, anche questa non è di aiuto.
Possiamo infatti stare vicino a un uomo che soffre senza avere nulla da dire.
Intendo riferrmi alla possibilità del far sperare, cioè mostrare la possibilità di uscire da una situazione contingente per passare all’universale. In questo senso anche tristezza e paura – che sono quasi sempre relative a una situazione di solitudine dell’uomo, il sentirsi soli a fronteggiare un mostro più grande di noi- possono essere almeno dominate, almeno inquadrate nella più ampia situazione dell’uomo nei confronti della storia.
A un uomo al quale declinano le forze bisogna dimostrare con argomenti ragionevolemnte certi che 1) la sua vita è preziosa proprio perché minorata, in quanto sempre uomo, intelligenza e presenza nell’universo; 2) anche la sofferenza è preziosa perché -se crede in Gesù – può essere un contributo utile per altri a cui siamo invisibilmente legati perché uomini; 3) la morte non è l’ultima parola sulla vita di un uomo.
Certo tutto questo è illuminato dalla fede che sola dimostra che la vita non finisce, e non finisce solo per amore.
Per chi non sa credere? Dovrebbe dimostrare perché è capace di pensare e perché in un corpo materiale esiste la facoltà di elevarsi: l’unità tra corpo e spirituale è un dato di fatto, e di cui bisogna prendere atto, perché è un dato sperimentabile da tutti.
Ecco, Gentile On., il momento della sofferenza è un momento forte per dare la speranza, la forza a un uomo che deve ritrovare armi e scudo per combattere ancora. Cordiali saluti e auguri.Dr. Maria Grazia Di Palermo
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Oggi sono tre anni e 1 mese dal giorno dell’emorragia cerebrale che ha colpito mio padre…Posso confermare che dalla sofferenza si impara molto…E’ stata durissima per noi familiari e lo è tutt’ora…Ma soprattutto i primi mesi, fra eparto di rianimazione prima e centri di riabilitazione poi, ho capito quanta vera sofferenza ci circonda e quanto siamo ciechi davanti a queste tragedie finchè non toccano noi o i nostri cari…Posso capire perfettamente quello che stai provando ora…So che ci vuole tanta forza…Tanto ottimismo e tanto coraggio…Un abbraccio sentito e sincero.
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C’è poco da commentare, se non farLe gli auguri più belli per suo padre.
e per quanto mi riguarda posso comprenderLa molto più di qualsiasi altro.
Per ben quattro anni ho assistito, senza mai privare della mia presenza, mia madre,in ospedali di mezza Italia e mi creda è il tempo più ben speso della mia vita.Era ancora piena di vita e giovane ma un male incurabile se le portata via.
Ma non certo l’amore che sapeva dare, e la forza che nonostante tutto sapeva infondere agli altri lasciandoli più straziati ed increduli che mai.
Certo per chi assiste è una grande pena, un dolore profondo ma poi con il passare del tempo, quando il dolore si affievolisce, ridandoti quella lucidità di vedere le cose come in realtà sono, ti accorgi che quello che prima era stata solo sofferenza si trasforma piano piano in una ricchezza inattaccabile.
Ricchezza d’animo, comprensione, voglia di pace e serenità.Mi spiace essermi dilungata e tanto ancora avrei da dire ma come vede quest’ argomento mi trova molto, troppo preparata e così mi prende la mano.
Mi scusi, ancora un mare di auguri per il suo papa’ -
Credo che la cosa più dolorosa che possa capitare ad un qualunque cittadino in difficoltà, non sia di per se la malattia ma, l’essere abbandonato dalle istituzioni, i parenti possono fare ben poco senza questo apporto indispensabile.
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Onorevole Palmieri, tanti auguri perchè la situazione di Suo padre migliori e per Lei, che si prodiga con tanto impegno anche per tutti noi, arrivino tante nuove soddisfazioni. Anch’ io ho avuto, ed ho tuttora, problemi simili al Suo, ospedali, paure, sofferenze e il mio cuore straziato..
Nel mio piccolo, sono membro del direttivo di Forza Italia del mio comune.
Tante cose vorrei fare, tante ne voglio imparare. Ci dobbiamo impegnare al massimo per portare avanti le nostre idee e le nostre battaglie. Io ci sono! Cristina -
Ciao Antonio,
non sapevo di quanto accaduto a tuo papà e faccio a entrambi un caloroso augurio per un rapido cammino di guarigione ed un rientro alle normali attività.
Io da 26 anni vivo le sofferenze delle persone attraverso l’attività nei Volontari del Soccorso della Croce Rossa Italiana, grazie a Dio solo attraverso il volontariato e non direttamente come è capitato a te.
Questa tua nuova sensibilità, mi auguro, ti permetterà di vedere in modo diverso un mondo nel quale la politica e la burocrazia, fanno di tutto per ostacolare chi si vuole impegnare per alleviare le sofferenze e poratre aiuto a chi si trova in difficoltà.
Ciao Francesco -
La sofferenza è un mistero ma non è inutile se unita a quella di Nostro Signore.
Auguri per suo padre, con la speranza di un pieno ristabilimento. -
Sono sinceramente rammaricato, Le manifesto la mia solidarietà e spero che suo padre percepisca la sua presenza accanto in questo triste momento della sua esistenza. E La inviterei a disertare i lavori meno importanti e non fondamentali del Parlamento pur di essere con lui…non vorrei dovesse trovarsi a pentirsi di non essergli stato accanto per “seguire” l’inconsistenza e l’inoperosità o assistere alle malefatte quotidiane di questo governucolo!
Lo ha detto e lo sta percependo, la vita reale per i cittadini continua piena di stenti e sofferenze, di soprusi e indignazione…mentre i politicanti di professione attendono la fine del mandato – o il diritto alla pensione – per “eventualmente” ovviare, poi, tanto c’è tempo…No Sig. Onorevole, ogni giorno può devastare, condizionare la vita di chi confida e non può altrimenti.
Con stima… -
Tieni duro. I miei migliori auguri per te e tutti i tuoi familiari.
Continua con il tuo impegno con nuova forza e consapevolezza.
Luca -
Solo chi ha vissuto una simile situazione può capire cosa sta provando Lei.
E’ un triste vanto, ma io lo so benissimo ed è per questo che le sono vicino col cuore! In bocca al lupo!
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