Dieci anni fa, dopo la terribile giornata dell’11 settembre 2001, tutti ci siamo sentiti americani. Tutti eravamo solidali e uniti con quel popolo che era stato così duramente colpito da un attacco senza precedenti. Dieci anni dopo il nostro atteggiamento non è mutato, perchè non era solamente il frutto della spinta emotiva per quello che era accaduto sotto i nostri occhi in diretta televisiva, ma la manifestazione di un profondo convincimento: noi, cioè l’Italia e l’Europa, e gli Stati Uniti siamo parte di un solo occidente, di quell’unico grande occidente in cui le libertà e le democrazie si fondano sulla centralità della persona umana.
Occidente americano e occidente europeo fondano l’ordine naturale della vita sulla persona e sulla sua libertà. Questo valore fondante, la libertà, si declina nella democrazia, nel libero mercato, nella libertà di espressione e di culto, in tutti quei valori che sono occidentali perchè qui hanno visto la luce ma sono universali perchè sono scritti nel cuore di ogni essere umano e ben descritti nella Carta dei diritti dell’uomo.
Per noi l’uomo, la persona, è il cuore della società, l’inizio e il fine di ogni azione politica. Contro questa centralità dell’uomo e della sua libertà si è scagliato il nuovo nemico che dieci anni attaccò al cuore la più grande democrazia del pianeta, aprendo di fatto una nuova guerra mondiale. Dopo aver affrontato e sconfitto l’ideologia della razza, della classe e dello Stato, dopo che il nazismo e il marxismo hanno cercato invano di stradicare quell’umanesimo laico e cristiano fondamento della democrazia, oggi siamo costretti a batterci per difendere la libertà e la democrazia, in tutto il mondo, contro il nuovo nemico. Non si tratta di una guerra di religione ma della lotta contro coloro che strumentalizzano una religione per farne un movimento di conquista, di sottomissione, di potere dispotico, usando l’arma della violenza contro popoli indifesi o contro civili innocenti.
Per questo motivo da dieci anni l’Italia e i suoi militari sono impegnati in molte aree del pianeta in missioni di difesa della pace, perchè non c’è pace senza giustizia e senza libertà. Senza libertà non vi può essere autentico sviluppo, perchè chi comprime la libertà schiaccia l’umanità e di conseguenza scaccia anche ogni possibile reale progresso. I nostri militari difendono i popoli che sono minacciati dal fondamentalismo terrorista islamico e contemporaneamente difendono anche la nostra nazione. Le nostre donne e i nostri uomini in divisa sono apprezzati, ascoltati e richiesti per le loro capacità, per i risultati ottenuti sul campo, per il loro coraggio, per la loro umanità e bravura nell’entrare in relazione con le popolazioni che sono chiamati a difendere. A tutti loro, in particolare a quanti sono caduti nell’adempimento del servizio alla patria e alla sicurezza del mondo, va la stima, la solidarietà e l’affetto di tutti noi del PDL e di tutti gli italiani.
Nonostante gli importanti successi ottenuti finora, sappiamo bene che ci aspetta ancora un lungo percorso per sconfiggere definitivamente il terrorismo fondamentalista. Siamo determinati a percorrerlo fino in fondo, convinti che tutte le democrazie devono restare unite in questa impresa. Per questo motivo tutti noi del Popolo della Libertà continueremo come abbiamo sempre fatto a promuovere, sostenere e diffondere il bene supremo della libertà per tutti i popoli del mondo e l’impegno che il governo Berlusconi ha costantemente dedicato a questa causa, dal 2001 a oggi.
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