Liberi di vivere, questa sera a Nomadelfia

Martedì 18 novembre alle 21, presso la Comunità di Nomadelfia di Roma (via del Casale di San Michele, zona Monte Mario) presenterò l’appello “Liberi di vivere” in un incontro organizzato dall’associazione culturale Ad maiora.
In queste ore all’incontro hanno garantito la loro partecipazione Mario Melazzini, presidente di AISLA, il sottosegretario al welfare Eugenia Roccella, Luigi Amicone, direttore del settimanale Tempi. Saremo collegati in video conferenza con la Comunità di Nomadelfia e in diretta radiofonica su Radio Mater.


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3 risposte a “Liberi di vivere, questa sera a Nomadelfia”

  1. Avatar Andrea Cevasco

    “Per il cristiano la morte non viene vissuta come nemico da combattere. E’ un evento naturale”. Don Gallo, il prete di strada fondatore della Comunità di San Benedetto. Don Bosco, nella sua pedagogia, aveva introdotto ” l’esercizio mensile della buona morte”, una preghiera e un esame di coscienza che si faceva in tutti gli istituti salesiani.
    Parliamone, ma non lasciamo che l’anarchia e la mancanza di leggi specifiche che regolamentano il libero arbitrio, rimangano l’unica soluzione per chi, incontra nella sua vita prove di difficile soluzione Etica e Morale. Andrea Cevasco.

  2. Avatar ugo condoleo
    ugo condoleo

    La vita non è una nostra creatura, ma di DIO.
    Essere genitore non vuol dire aver CREATO un figlio, ma essere mezzo per dare la vita. Ciò, secondo me, è la base per proseguire una conversazione proficua. Mi sembra che tale base sia sfuggita al genitore che vuole staccare la vita a sua figlia: non ha alcun diritto-dovere.

  3. Avatar luigi ferrari
    luigi ferrari

    Egr.
    In merito al dibattito, il mio commento vuole intanto porre un primo interrogativo! Chi ha il diritto di decidere se Eluana deve o no continuare a vivere?
    Quale legge esistente fatta dagli uomini può eleversi al di sopra dell’unica ragione accettabile che è il volere dei genitori che hanno messo al mondo Eluana. Chi a il diritto di decidere al posto dei genitori. Forse, tu, io, il giudice, il Papa? Ma chi siamo noi? Siamo forse più importandi del padre e della madre che ormai da 17 anni stanno tutti i giorni accudendo la ficglia e che ormai si sentono asauriti? Loro non avranno il coraggio di dirlo apertamente in pubblico e allora provo a dirlo io. Che ci vada il Papa e tutti quelli che credono che Eluana debba continuare a vivere in questa situazione. Che ci vadano però tutti i giorni, 8 ore al giorno e dopo un anno ne riparliamo. Per finire inoltre dovremmo preoccuparci delle migliaia di utenti che vogliono vivere, che sono coscenti e che gli vengono negati i diritti all’assistenza e gli vengono negati gli ausili necessari a curare le malattie, che gli vengono negati i farmaci salvavita o che debbano andare a comprarseli all’estero. Chi vuole vivere lo lasciamo crepare a poco a poco di stenti. Chi vuole morire (vedi caso Welby) lo facciamo vivere a tutti i costi spendendo l’inverosimile. Ma la cosa singolare e che questo sia non un caso umano ma un caso politico dove gente come lei si spende per sostenere cause e scelte che, ripeto solo i genitori hanno il diritto sacrosanto di decidere, senza Papi, Vescovi, giudici, tribunali, finti credenti, bigotti.

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