Scaletta del mio intervento al convegno “Internet e libertà di espressione. C’è bisogno di nuove leggi?”
Premesse culturali anti utopia e pro realismo.
0. La legge non è il rimedio per ogni problema. Spesso è il contrario.
1. Web non è un mondo a parte ma è parte della vita, non è un mondo virtuale, ma un ambiente reale.
2. Non esiste il “popolo della rete”, esiste un popolo “in rete”.
Ci sono poi minoranze attive spalleggiate dai media mainstream.
3. Il web non è la realizzazione del ’68 (pace e amore) con altri mezzi. È vita reale, cioè limitata e imperfetta, con bene e male.
4. Come tutti gli ambienti e le situazioni della vita, internet ci consente di dare il meglio o il peggio di noi stessi.
Conseguenze:
1. Non servono nuove leggi, nuove fattispecie di reato su hate speech online. Basta applicare quelle esistenti.
1bis. Abbiamo una efficace polizia postale (urge un cambio di nome) e anche la guardia di finanza non scherza. Se serve loro i cattivi li prendono!
2. Serve una “buona educazione”:
A) Media e scuola devono agevolare la formazione di una cultura del confronto non dell’insulto.
B) I personaggi pubblici sono i più esposti e dunque devono dare l’esempio di buona educazione.
C) Prendere accorgimenti per proteggere il proprio domicilio online: filtri e moderazione dei commenti.
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