Gentile Presidente, Ministro Lorenzin, inizio annunciando subito il voto favorevole di Forza Italia a questo provvedimento, e la motivazione fondamentale è solamente una: per come avete condotto questa vicenda – a nostro giudizio, sciaguratamente -, questo provvedimento si è tramutato in un referendum, il referendum tra chi è pro vaccini e chi è contro vaccini. Siccome, non perché lo diciamo noi, ma perché la storia degli ultimi 200-300 anni, in Italia e in Europa, testimonia che i vaccini sono dei farmaci utili per prevenire malattie epidemiche molto gravi, che in tempi passati hanno causato decine di milioni di morti, per questo motivo, noi voteremo favorevolmente a questo provvedimento, perché non è più solamente un provvedimento che riguarda la salute pubblica, ma un provvedimento che ha anche una profonda valenza culturale. Forse per questo, il presidente Brunetta ha scelto me, che sono un deputato della Commissione cultura, per ragionare di questo con voi in quest’Aula, e con chi ci ascolta oggi in televisione.
Noi purtroppo abbiamo avuto a che fare, come ho detto all’inizio, con un atteggiamento del Governo che è stato, lasciatemelo dire, scriteriato, cioè senza criterio, perché avete cercato di costringere invece che cercare di convincere. Avete proposto alle Camere un provvedimento basato sulla repressione invece che sul dialogo. In pratica, sostanzialmente, avete, anziché cercato di ricostituire quell’effetto gregge di cui tutti stiamo parlando in questi giorni, agito come se foste davanti al popolo bue, non tenendo in considerazione che non siamo più nell’era del popolo bue, e che oggi, il combinato disposto dell’era digitale da un lato, e di quest’epoca di relativismo dall’altro, ha prodotto un contesto ostile a questo modo di legiferare e di intervenire – come ha detto prima la collega Binetti – nel delicato rapporto che lega i genitori all’attenzione e alla cura per la vita dei propri figli. Questo è il punto culturale che voi avete clamorosamente mancato e chi vi si ritorce contro, perché non avete considerato appunto che oggi il web favorisce due fenomeni: da un lato, una capacità di mobilitazione a costi molto vicini allo zero e molto più facilitata rispetto a un tempo; dall’altro lato, una ridondanza informativa di notizie vere, false, e soprattutto di quasi verità, cioè di notizie che partono da circostanze reali e poi vengono alimentate e ingrossate, trasformando dei casi singoli in casi epidemici, è il caso di dirlo.
Accanto a questo, appunto, l’era del relativismo. Molti, anche in quest’Aula, hanno sempre rimproverato in questi anni chi veniva portando delle verità: ecco, questo è il risultato, cioè che in questo tempo nessuno considera più ogni autorità degna di rispetto e credibilità, e c’è la sfiducia in ogni tipo di potere costituito, comprese le ambizioni della scienza. Oltretutto, non avete tenuto in conto che, dopo quasi vent’anni di fine dell’obbligatorietà, ci sono coorti di genitori che hanno messo al mondo e crescono figli in questo tipo di contesto culturale, dove il vaccino appunto non era più un obbligo ma una possibilità, e a questo modo di pensare e di ragionare si sono abituati. Non avete tenuto conto che, soprattutto in questi ultimi quattro anni, c’è stata questa enorme diffusione di queste quasi verità, che hanno intaccato la credibilità, come ho detto prima, dell’intero sistema, e hanno indotto molte famiglie, molti genitori, a preoccuparsi.
Invece, come ho detto e come ribadisco, voi avete ritenuto di entrare in tutto questo a gamba tesa. Di fronte a questo atteggiamento, noi abbiamo scelto al Senato – avremmo voluto farlo anche alla Camera – di lavorare a migliorare il provvedimento, perché ci sembrava, come ho detto in premessa, l’unica via per far sì che questo referendum non significasse il “no” a ogni forma di vaccino e di vaccinazione. L’abbiamo fatto e abbiamo ottenuto alcuni risultati, grazie all’azione del nostro gruppo al Senato, anche in concorso con altre forze politiche: la riduzione delle sanzioni; siamo riusciti a far togliere quella cosa veramente incredibile, cioè la perdita della patria potestà per coloro i quali decidessero di non vaccinare i propri figli; siamo riusciti a ottenere l’obbligo della vaccinazione almeno per i minori stranieri non accompagnati, anche questo un elemento di prevenzione molto importante; abbiamo ottenuto che chi è a contatto con i nostri figli, cioè i medici e gli insegnanti, dovessero dichiarare il loro stato vaccinale.
Avremmo voluto raggiungere altri obiettivi e molto di più. Per esempio, in merito alla questione dei vaccini mono-componente, abbiamo sostenuto il diritto a non dover rivaccinare chi è immune alla malattia: la maggioranza ne ha preso atto, ma non ha però fornito gli strumenti perché questa presa d’atto possa tramutarsi in realtà. Abbiamo chiesto un calendario di vaccinazione più elastico, per dare modo alle ASL di potersi preparare a mettere in atto quanto la legge prevede. Abbiamo chiesto che fosse prodotta un’adeguata raccolta delle reazioni avverse, e che fosse affidato ai pediatri di valutare le situazioni particolari che suggerisco di posporre la vaccinazione, come, per esempio, nel caso dei bambini prematuri o comunque sottopeso. A tutto questo ci avete detto di no. Noi l’abbiamo proposto con forza al Senato, lo riproponiamo qui alla Camera, dove c’erano tutti i tempi per poter lavorare ancora appunto per migliorare il provvedimento, ma voi, come estremo atto di questo continuo agire per costringere e non per convincere, avete imposto la fiducia, nonostante avessimo ancora due settimane di tempo per lavorare a migliorare il provvedimento.
Dopo tutto questo, poi – e faccio mie le parole del collega Palese, che è intervenuto due volte in questi giorni su questo tema -, avete messo il tema delle campagne di informazione in questo decreto, quando la legge c’è già, è del 2000. Avreste dovuto farle negli anni scorsi, queste campagne di informazione, e non attendere adesso di inserirle di corsa in questo decreto-legge; così come – Palese lo ha ricordato opportunamente – è venuta meno la cultura della vaccinazione non solo nelle famiglie, ma anche nel personale sanitario. Da qui, è necessaria una potente opera di formazione di tutto il personale sanitario, per recuperare questa cultura che si è persa in questi quasi vent’anni di fine dell’obbligo delle vaccinazioni. E poi rimane il grande tema di non lasciare le regioni a se stesse, per cui abbiamo regioni virtuose e regioni che sono inadempienti e incompetenti su questo come su molti altri temi che riguardano la salute pubblica. Noi vi invitiamo a fare vostre queste considerazioni.
Vado a un ultimo punto, sul quale molti hanno già insistito, che riguarda il tema dell’obbligatorietà. Ci è stato anche rimproverato: voi siete Forza Italia, il partito della libertà, il movimento politico della libertà, e aderite a questo decreto, che impone l’obbligatorietà. La questione per noi è relativamente semplice: lo Stato ha in qualche circostanza il diritto-dovere di misure che costringono tutti per il bene di tutti. Questo è un diritto-dovere di chiunque governi e dello Stato nel suo insieme. Nel nostro caso, abbiamo applicato, tre legislature fa, la legge che impone il divieto di fumo nei locali pubblici, giusto per fare un esempio; e poi abbiamo ben presente il caso, la questione, che il vaccino è l’unico farmaco che riguarda sia la singola persona che lo assume che anche l’intera collettività. Anche in questo caso – un contesto che sarebbe stato favorevole per un’azione di convincimento e non di costrizione – voi avete comunque scelto di entrare a gamba tesa, mettendo questi elementi assolutamente da parte e non valorizzandoli. Oltretutto, avete totalmente messo da parte anche il tema che lo Stato ha il dovere di essere vicino a tutti coloro che, a torto o ragione, pensano di essere stati danneggiati a causa della somministrazione dei vaccini. Noi esprimiamo la nostra totale solidarietà e vicinanza alle famiglie che in questi anni hanno subito, subiscono e vivono dolori per questo motivo. Accanto a questo – altro motivo di rammarico per come avete agito appunto in modo scriteriato -, lamentiamo il fatto che, per esempio, avete votato “no”, avete dato parere negativo, all’ordine del giorno della collega Di Vita, che invitava a dare finalmente esecuzione alla legge che assicura indennizzi a chi ha avuto danni permanenti a causa dei vaccini. Avete votato “no” al nostro ordine del giorno a firma dei deputati Crimì e Palmieri, che chiedeva semplicemente di valutare l’opportunità di adottare ogni iniziativa per offrire la possibilità ai genitori che lo richiedano di poter effettuare analisi pre-vaccinali sul proprio figlio: ancora una volta un intervento a gamba tesa nel rapporto genitori-figli.
Nonostante tutto questo – nonostante tutto questo -, per il motivo che ho detto all’inizio, perché in questo referendum “vaccini sì, vaccini no”, noi siamo dalla parte del sì, noi ribadiamo il nostro voto convinto, non al provvedimento, non a sostegno della maggioranza, ma semplicemente a sostegno dell’idea che i vaccini siano uno strumento di presidio utile per la salute di tutti. Grazie
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