Internet è e deve rimanere un luogo di libertà di espressione ma non è un luogo al di sopra delle leggi. Bene fa il governo a tenere sotto osservazione siti e pagine sui social network che diffondono messaggi di vera e propria istigazione a delinquere e a perseguire chi si macchia di tali reati, avvalendosi delle leggi vigenti.
A Omnibus, su La7, ho proposto due possibili linee di intervento.
1. Stabilire un dialogo permanente con chi ha la responsabilità dei social network per facilitare e velocizzare la rimozione di contenuti odiosi e l’individuazione dei singoli responsabili.
2. Costituire una task force permanente con gli esperti e gli operatori del settore, per individuare insieme quali misure adottare per garantire che la rete sia un luogo di libero confronto di idee e non una palestra di odio. Aprire un sito dedicato, dove accogliere su questo tema i contributi di tutti gli italiani che vorranno partecipare alla discussione. Si tratta di impedire che la spazzatura dell’odio sommerga la rete.
Libertà di espressione non significa libertà di insulto o istigazione a delinquere. Internet non è una arena dove esprimere il peggio di sé. Dobbiamo educarci tutti a usarla liberamente ma responsabilmente.
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