Vita del 4 gennaio 2003
di Benedetta Venini
Comunicare, informarsi, ottenere servizi e lavorare con Internet: le persone con disabilità potrebbero trarre enormi vantaggi dall’utilizzo della rete, superando le tante barriere che la vita quotidiana ancora presenta. D’altra parte, ancora tantissimi siti Internet risultano inaccessibili alle persone con handicap sensoriale o motorio. Per questo, alla Camera è stata presentata una proposta di legge per stabilire l’accessibilità di tutti i siti della Pubblica amministrazione e di pubblica utilità.
Vita ne ha parlato con uno dei proponenti, Antonio Palmieri (FI), e con Franco Bomprezzi, direttore editoriale di Superabile.it.
Affermare il diritto dei cittadini disabili all’accesso ai servizi e alle informazioni web dei siti della pubblica amministrazione e delle aziende pubbliche, e il conseguente obbligo per esse di adeguare i loro siti: è questo l’aspetto più qualificante della proposta di legge elaborata dai deputati Antonio Palmieri (che è responsabile nazionale del settore funzione tecnologica di Forza Italia) e Cesare Campa (FI).
La proposta, in sette articoli, «stabilisce un diritto giuridico» spiega Palmieri, «quello dell’accessibilità, che finora era stato solo materia di due direttive, peraltro inattuate, dell’Aipa, l’Autorità per l’informatica nella pubblica amministrazione».
La svolta di qualità dei servizi informatici pubblici, insomma, è attesa ormai da tempo (ad esempio, solo due regioni italiane, Emilia Romagna e Veneto, attualmente hanno siti accessibili). «Questa nuova proposta rappresenta un punto di partenza, uno sforzo per accendere i riflettori su una normativa che dovrebbe essere assolutamente varata entro l’anno, con un coinvolgimento bipartisan. E un impegno importante, che cade proprio in occasione dell’Anno europeo dei disabili». Sull’argomento è in fase di elaborazione un analogo ddl, che sarà pronto tra alcune settimane, da parte del ministro per l’Innovazione, Lucio Stanca.
Ma cosa imporrebbe la nuova legge? Prima di tutto, l’accessibilità dei siti Web secondo regole internazionalmente stabilite. In altre parole, essi devono essere progettati in modo da assicurare la loro consultazione anche da parte di persone con disabilità, garantendo un livello minimo di conformità alle Linee guida definite nell’ambito dell’iniziativa “Web accessibile” del Consorzio mondiale dei Web. Deve essere garantita, insomma, la possibilità di visualizzazione e interazione con i contenuti e la partecipazione attiva dell’utente disabile alla creazione e allo sviluppo dei servizi. «Mi sembra davvero importante che si sia arrivati finalmente a un disegno di legge», commenta Bomprezzi. «Peraltro, le sanzioni contemplate per le grandi aziende di pubblica utilità che non rispetteranno l’obbligo di adeguamento sono davvero irrisorie: quanto può essere cogente una sanzione amministrativa che va da 500 a 3mila euro?».
Positiva, invece, la valutazione del direttore di superabile.it sulle agevolazioni fiscali previste nel testo (nel 2003 le aziende di pubblica utilità potrebbero avvantaggiarsi di una defiscalizzazione pari al 30% degli investimenti specifici di sviluppo o adeguamento dei servizi telematici; i soggetti con disabilìtà, invece, potrebbero avvantaggiarsi di una riduzione dell’Iva al 4% per l’acquisto di computer e periferiche).
Tra l’altro, la proposta impone la piena integrazione dei lavoratori disabili attraverso l’ausilio di tecnologie assistive. «Oltre a questo, nel testo si potrebbe includere un finanziamento alla formazione dei webmaster» continua Bomprezzi. «Per innovare bisogna anche fare cultura, far capire che si può arrivare a ottimi livelli di accessibilità senza mortificare la gradevolezza dei siti e la creatività dei webmaster. Infine, per rendere più efficace la verifica degli adeguamenti effettuati e sui requisiti di conformità dei siti, dovrebbe essere contemplato un tavolo misto di confronto tra il ministero e gli esperti».
Lascia un commento