Il sito di Forza Italia è una sua creatura. Dal 9 ottobre del ’95 segue ogni giorno la comunicazione digitale di Silvio Berlusconi e del suo partito. Antonio Palmieri, deputato Pdl, è la mente del nuovo sito governoberlusconi.it. Ed è l’uomo che traghetterà gli azzurri nel Pdl via web.
Onorevole Palmieri, quanto pesa internet nella storia di Forza Italia?
«Per un partito come FI internet ha rappresentato il tentativo di fare nella Rete quello che non si poteva sul territorio. All’inizio era un luogo di informazione diretta col cittadino e in modo particolare con i nostri rappresentanti, per organizzarli e informarli. Appena preso in gestione il sito ho introdotto l’aggiornamento quotidiano».
Un sito senza applicazioni eccessivamente avanzate. Perché?
«Per rispetto delle persone mi astengo dal pubblicare siti in 2.0 o superiori. Preferisco applicazioni anche in 1.1 o 1.5, perché puoi gestire il rapporto con l’utente e con i media. Un sito di partito è poi gravato da un carico di responsabilità diverso dagli altri. Rifiuto la dogmatica che internet vada fatto in un solo modo».
Siete comunque pieni d’iniziative.
«Abbiamo seguito l’evoluzione della Rete, attraverso il contatto con i cittadini e il marketing virale: per esempio nell’ultima campagna elettorale si potevano personalizzare i manifesti e il supergazebo on line è stato un successo. Abbiamo puntato molto su informazione diretta, organizzazione e mobilizzazione».
Quanto voti «sposta» internet?
«È incalcolabile. Sicuramente aiuta, internet è il viagra della politica perché riattiva il rapporto col cittadino. Non si può non usare internet, è parte della stretegia di comunicazione. Anche se alla fine è la realtà a fare la campagna elettorale. Se Berlusconi avesse sbagliato il tono della campagna elettorale, non sarebbe bastato alcun sforzo digitale».
Cosa pensa del sito del Pd?
«È sicuramente un sito 2.0 o 2.5, ma lo trovo bello senz’anima. Il nostro invece è più corsaro, mobilita la gente».
Di Pietro è su second life. Lo seguirete?
«Per un uomo come Berlusconi, così attaccato alla realtà, credo sia impossibile andare su second life. Non ne abbiamo bisogno». Fab. Per.
Il Tempo, 20/07/2008
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