Dopo gli annunci del premier Letta oggi all’evento Confindustria Digitale, bisogna dire una cosa.
È vero che siamo in ritardo su certi aspetti- mancano 36 decreti attuativi, che sono frutto della scorsa legislatura-, ma su altri temi siamo più avanti di quanto pensiamo. C’è un tessuto diffuso di innovazione, di Pa e aziende che corrono. Il problema è che le buone pratiche non sono messe a sistema. Spesso, nemmeno conosciute.
Comincerei con i tre pilastri e con i decreti attuativi che sono in ritardo. Bene che Letta abbia avocato a sé il compito di sbloccare lo Statuto dell’Agenzia per l’Italia digitale. Andrebbe fatta anche una fotografia esatta dell’esistente, per esempio sullo stato dei bandi banda larga e smart cities. Solo così potremo capire se siamo in ritardo davvero no. Il rendiconto va esteso anche ai benefici di quanto abbiamo già fatto. Dai certificati online ci si aspettavano risparmi per 500 milioni di euro. Vediamo se ha funzionato ed eventualmente estendiamo la buona pratica. La Pec funziona? E così via. Certe consapevolezza su che cosa siamo davvero in ritardo.
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