Può una scuola essere davvero “buona” senza una vera parità tra scuole statali e scuole non statali e senza garantire una reale libertà di scelta educativa? Noi dell’Intergruppo Parlamentare per la Sussidiarietà crediamo di no. Per questo motivo, a poche giorni dal consiglio dei ministri che darà alla luce il decreto legge sulla “Buona scuola”, rivolgiamo un appello al premier, alla ministra Giannini, ai sottosegretari e a tutti i membri del governo, molti dei quali condividono l’impegno dell’Intergruppo Sussidiarietà: non dimenticate le scuole paritarie!
Questo è il “tempo opportuno” per dare finalmente un’effettiva attuazione alla Legge 10 marzo 2000, n. 62, voluta dall’allora ministro Luigi Berlinguer e che enuncia con chiarezza in cosa consista l’autentica sussidiarietà, anche nella scuola: pubblico è il servizio, non necessariamente chi lo eroga.
Un principio, però, deve diventare un atto concreto. Nel 2004 erano 535 i milioni che lo Stato dava ogni anno al sistema delle scuole paritarie. Nel 2015 questa quota sarà di 472 milioni di euro.
Questa diminuzione dell’annuale finanziamento governativo, l’incertezza del suo ammontare e il ritardo nei pagamenti delle pregresse annualità nel corso di questi ultimi dieci anni hanno già provocato la chiusura di numerose scuole e numerosi disagi in molte di esse.
Ciò a fronte di un risparmio annuale per lo Stato calcolato dal ministero in 6,3 miliardi di euro: questo infatti sarebbe l’onere di cui la collettività dovrebbe farsi carico se domani chiudessero tutte le scuole paritarie.
Noi non chiediamo un aumento del finanziamento governativo, ma uno strumento di autentica sussidiarietà fiscale, vale a dire la detrazione dalla dichiarazione dei redditi di parte delle spese sostenute dalla famiglia per iscrivere i propri figli alla scuola scelta.
Nella finanziaria 2003 si fece un primo tentativo in questa direzione, prevedendo una detrazione complessiva di 30 milioni di euro per le famiglie che sceglievano le scuole paritarie, ma il tentativo allora non andò in porto.
Noi crediamo che ora il tempo sia maturo e che la parità non sia più il terreno di uno scontro ideologico o politico, ma il terreno di incontro tra tutti coloro che vogliono che la scuola sia davvero un bene comune, che metta al primo posto la passione educativa, il desiderio di formare quel capitale che si dice “umano” proprio perché consiste nell’incontro tra esseri umani, adulti e ragazzi, che insieme cercano il meglio per la propria vita. Non è una visione romantica. E’ il tema sul quale si gioca il successo di ogni tentativo di rendere la scuola migliore, sempre più al passo con le necessità dei nostri tempi. Solo l’autonomia scolastica e una concorrenza regolata potranno garantire al sistema educativo italiano un pieno inserimento nel contesto formativo europeo.
Di tutto questo ragioneremo mercoledì 4 marzo pomeriggio, alla Camera, nel convegno “Scuola pubblica statale e scuola pubblica paritaria: passi condivisi per un cambiamento”, confrontando tra loro esperienze internazionali con esperienze regionali italiane e approfondendo in modo laico, cioè ragionevole, le motivazioni per le quali non vogliamo perdere l’opportunità che l’imminente decreto del governo porta con sé. Il momento è “Adesso!”, come ha sempre detto Matteo Renzi. Anche per le scuole paritarie.
Antonio Palmieri, Guglielmo Vaccaro, Raffaello Vignali coordinatori dell’Intergruppo
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