Il suo hashtag #MatteoRipensaci non ha sortito effetti. Alla vigilia del voto di fiducia sulle unioni civili, Antonio Palmieri prende atto
della «prova di forza» e si lancia in un’amara profezia: «Dal minuto successivo all’approvazione della legge – si butta avanti il deputato
e responsabile comunicazione di Fi – aspettiamoci ricorsi alla giustizia italiana ed europea da parte di coppie che vogliono l’adozione. E mettiamo in conto lo sdoganamento definitivo della pratica dell’utero in affitto».
Per la maggioranza il tema delle adozioni è stato scansato stralciando la stepchild adoption…
«Quella è statala mossa con cui hanno preso in giro i centristi al Senato. Questo è un matrimonio sotto falso nome. E il matrimonio ha in sé il concetto dei figli. Andrà come dico io, vedrà. Anche perché, attraverso le sentenze, la stepchild di fatto già esiste. Cosa andava fatto? Era sufficiente che venisse preso in considerazione uno solo dei nostri 80 emendamenti di merito, mai discussi e mai votati. Chiedevamo il divieto di ricorrere all’utero in affitto anche quando praticato all’estero. Una riga avrebbe cancellato tante ambiguità».
Vi aspettavate che venisse posta la fiducia anche alla Camera, dove la maggioranza ha numeri a prova di bomba?
«Lo avevamo capito dal momento esatto in cui il disegno di legge ha messo piede in commissione Giustizia. Proprio alla luce dei numeri monstre che ha il Pd a Montecitorio, questa fiducia ha un unico significato politico: è la prova provata che Renzi non si fida dei suoi deputati. Aveva promesso libertà di coscienza. E invece gli ha tolto la libertà. Vedremo a quanti, nel voto finale, ha tolto anche la coscienza».
In realtà Renzi attribuisce alle opposizioni la colpa di non aver provato a scrivere un testo condiviso…
«Non ci voleva molto. Bastava prendere il meglio della proposta Carfagna, il meglio della proposta Pagano e unirla alla seconda parte del ddl, inerente le coppie di fatto eterosessuali. Si sarebbe così raggiunto il serio obiettivo di dare diritti alle coppie gay. Così abbiamo fatto una legge che premia il più forte, l’adulto, a danno del più debole, il bambino».
Darà una mano al referendum per l’abrogazione?
«Se ci sarà, io e tanti amici di Fi non ci tireremo indietro».
Marco Iasevoli
Lascia un commento