La Provincia di Como del 3 giugno 2002
di Enrico Romanò
Il 30 maggio di un anno fa metteva per la prima volta piede a Montecitorio, sotto le austere volte della Camera dei deputati. A portarcelo in carrozza erano stati i voti di un esercito di canturini, disposti a rischiare la carta dell’illustre sconosciuto venuto da Milano.
Ma Antonio Palmieri, nei dodici mesi trascorsi da allora, ha dimostrato di non aver dimenticato la Brianza per gli agi capitolini. E, soprattutto, di non aver considerato la “città del mobile” un trampolino buono solo per raggiungere il traguardo prefissato, salvo poi essere gettato tra i ferri vecchi una volta sfruttato.
I numeri parlano di lui come di uno stakanovista del Palazzo: in aula su 92 sedute, è rimasto assente solo una volta («Il giorno in cui hanno operato mia moglie», precisa), alzando la mano 4912 volte sulle 4966 votazioni effettuate fino a metà maggio scorso.
Ma anche a Cantù la sua presenza è stata tutt’altro che “fantasmatica”. Oltre ai contatti virtuali attraverso il suo sito Internet www. antoniopalmieri. it, l’onorevole quando ha potuto è tornato nella sua città d’adozione, dando vita anche a un ciclo di incontri per spiegare al territorio le novità partorite dal Parlamento e dal Governo. Durante l’ultima tornata elettorale, tuttavia, ha scelto di starsene in disparte, battezzando solo l’ufficializzazione di Tiziana Sala a candidato sindaco per la Cdl. Ma ormai le urne hanno dato il loro verdetto. Palmieri, Cantù ha trovato il suo nuovo primo cittadino.
Che cosa ne pensa di Tiziana Sala? Ho incontrato Tiziana Sala solo in occasioni ufficiali. Devo dire che mi ha fatto un’ottima impressione. Mi ha colpito soprattutto l’attenzione per la cultura, e non poteva essere altrimenti, vista la sua “specializzazione”. Anch’io ritengo che nella realtà canturina sia necessario oggi una riscoperta del valore della cultura, sia locale che nazionale. La cultura è base indispensabile per una buona amministrazione: se si hanno fondamenta forti, si è in grado anche di fare scelte innovative, sempre però coerenti con il mandato affidato dagli elettori.
Tiziana Sala è alle prese con il rebus della propria Giunta. Quanto peseranno i diktat che arriveranno dall’alto, soprattutto dal gruppo degli azzurri? Non peseranno affatto. Posso spiegare il metodo che ci siamo dati noi di Forza Italia. Il sindaco si confronta con il nostro coordinatore cittadino, e quindi l’onorevole Taborelli, che è il nostro commissario provinciale. Punto.
E’ davvero sicuro i piani regionali, o magari anche nazionali, non interferiranno?Assolutamente no.
Lei ha sempre detto di essere il deputato di tutto il collegio, al di là del colore politico. Avrebbe mantenuto l’impegno anche se a Cantù avesse vinto Rifondazione comunista? Se volessi cavarmela con una battuta, potrei dire che non mi ero mai posto il problema, poichè l’eventualità era alquanto remota. Ma non mi ero mai posto il problema anche perchè io sarei sempre rimasto il deputato di tutta Cantù. Magari però il dialogo sarebbe stato un po’ più difficile… Il mio atteggiamento nei confronti del territorio è uno solo: vado dove vengo invitato, e propongo iniziative dove me ne viene data occasione. Se le mie idee vengono accolte sono contento e mi metto al lavoro per perfezionarle. Altrimenti pazienza.
Con la Sala l’intesa sarà immediata? Per ora posso dire che la nostra collaborazione si è già concretizzata nell’incontro avuto con il sottosegretario Mario Pescante. Un incontro che io ho organizzato, ma al quale non ho potuto partecipare perchè stavo facendo il mio dovere altrove. Un incontro che ha dato il “la” alla possibilità di sbloccare la questione Palababele.
Il suo ruolino di marcia in Parlamento è impressionante. Ma di quante ore è composta la sua giornata? Di 24, come quella di tutti gli altri (ride, Ndr). Grazie al cielo gli impegni si succedono in giorni differenti. Tranne eccezioni, il lavoro alla Camera si concentra dal martedì al giovedì. Quindi per le attività nel collegio posso dedicare i fine settimana. Così riesco a tenere botta.
E il suo lavoro extra politico? Sono esperto di comunicazione e di Internet. Dal 1993 mi sono dedicato totalmente alla comunicazione elettorale di Forza Italia. Ma adesso ho smesso. Ritengo che, avendo un contratto a tempo determinato di 5 anni con gli abitanti del mio collegio, con loro ho un contratto di esclusiva.
E con la famiglia che si fa? Il mio ingresso in politica è stata una scelta comune. Mia moglie non solo mi sopporta, ma mi supporta in questa attività. E’ lei il mio primo consigliere politico.
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