“La comunicazione è un abito su misura, specie sul web”. Così Antonio Palmieri, deputato e responsabile internet e nuove tecnologie di Forza Italia, sintetizza in un tweet il contenuto del suo libro ‘’Internet e comunicazione politica’’, 150 pagine, Franco Angeli Editore, nel quale trasferisce la sua lunga esperienza nel settore.
Dopo vent’anni accanto a un leader, campione di comunicazione come Silvio Berlusconi, Palmieri svela anche un retroscena tanto curioso, quanto esemplare, della campagna elettorale del 2001. ‘’Di fronte al divieto per legge di fare spot elettorali su radio e tv imposto dall’allora premier Massimo D’Alema, Forza Italia – ricorda Palmieri a ‘’Prima ‘’ – lanciò una campagna di manifesti 6×3 che durò dieci mesi. Ma sulla Rete i manifesti cominciarono ad essere ben presto ‘’taroccati’’, amplificando in maniera ridicola i concetti e le immagini della campagna. E’ noto che noi anziché reagire cavalcammo il ‘’taroccamento’’, al quale fu data grande visibilità sui giornali, promuovendo sul nostro sito un concorso dei manifesti taroccati con una giuria, composta da Adriano Galliani, Giuseppe Prisco ed Emilio Fede, che premiò tre vincitori scelti fra i quasi 300 partecipanti.’’
Fino ad ora però non si è saputo che fra i toroccatori c’era lo stesso staff della comunicazione di Forza Italia. ‘’Con un amico grafico – rivela infatti Palmieri – visti i primi taroccati, ci mettemmo a produrli anche noi, producendo una contro comunicazione con la quale, senza rinunciare all’ironia, cercammo di creare simpatia per la nostra campagna. Andò bene.’’ Ciò dimostra, secondo Palmieri, che non bisogna opporsi alle campagne virali, che vanno invece assecondate con ironia e autoironia, modalità che finisce per smorzare il potenziale impatto negativo e crea invece simpatia.
‘’Il libro – aggiunge- sulla base delle cose che ho fatto racconta come i partiti e i leader sono e dovrebbero stare on line. Alla domanda qual è il leader migliore rispondo che ognuno sta in rete come vuole, in base alla propria sensibilità politica e comunicativa. Nessun leader è paragonabile, anche se bisogna riconoscere a Obama, con il suo ‘’MybarakObama.com’’, di aver aperto una strada’’. ‘’Comunque – sottolinea Palmieri – ciò che conta è avere un leader e un progetto politico da comunicare, perché questo viene prima della comunicazione. Inoltre occorre essere consapevoli che non esiste più un confine fra virtuale e reale.
Certamente le campagne elettorali online si contraddistinguono per immediatezza e minori costi. Se poi si è bravi a inventare iniziative “internet per internet”, che nascono in rete e vivono nella rete, si può puntare – sulla base della capacità di essere ‘’notiziabili’’ – a venire rilanciati sui media tradizionali, a partire dai quotidiani ma anche dalla televisione, che fa ancora la parte del leone, sia pure sempre più nell’intreccio con i social. Così, ad esempio, opera il movimento di Beppe Grillo che, scelto un registro comunicativo di rottura, usa come ‘’catapulta’’ il blog, e da lì, grazie alla propria comunicazione dirompente trova facile spazio sui giornali e le tv. ’’
Il libro di Palmieri è ricco di suggerimenti e proposte operative che costituiscono ben 47 capitoli-ricetta, ciascuno sintetizzato alla fine con un tweet, per essere in sintonia con il tema. Metà libro è dedicato a come leader e partiti possono stare online. La seconda parte invece è ricca di suggerimenti concreti su come il singolo esponente politico, può ottimizzare la propria presenza sulla rete. Il punto di partenza rimane quello di essere originali e di essere se stessi.
[Claudio Sonzogno, Prima Comunicazione, novembre 2016]
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