Intervento in aula durante le votazioni del decreto legge Disposizioni finanziarie urgenti in materia di pubblica istruzione del 4 luglio 2006
PRESIDENTE. Constato l’assenza del deputato Martusciello, che aveva chiesto di parlare: s’intende che vi abbia rinunziato.
Ha chiesto di parlare il deputato Palmieri. Ne ha facoltà.
ANTONIO PALMIERI. Signor deputato Presidente, mi può indicare, per cortesia, di quanto tempo dispongo esattamente?
PRESIDENTE. Di quindici minuti.
ANTONIO PALMIERI. Visto che oggi presiede i lavori dell’Assemblea con una certa concitazione – anche legittima -, non vorrei ostacolarla prolungando il mio intervento oltre il dovuto.
PRESIDENTE. Non si preoccupi!
ANTONIO PALMIERI. La ringrazio.
Il gruppo di Forza Italia ha già espresso il proprio orientamento favorevole sul provvedimento in esame. E poiché gli onorevoli Aprea, Garagnani e Carlucci hanno sufficientemente argomentato sulla materia oggetto del decreto-legge, anche per dare modo al rappresentante del Governo di aggiungere ai propri appunti notazioni diverse da quelle relative alle modalità della copertura – reperita assorbendo le risorse destinate all’importante figura del tutor -, mi limito a sottolineare un aspetto che ho colto sia nel dibattito svoltosi in sede referente sia nell’intervento del ministro Fioroni nel corso dell’audizione presso la VII Commissione sia negli articoli pubblicati dalla stampa.
Nei confronti del centrodestra e, in particolare, della riforma Moratti, il centrosinistra continua ad attribuirsi una moralità superiore: come se i nostri provvedimenti relativi alla scuola avessero avuto come finalità quella di distruggere la scuola pubblica – che, per noi, è la scuola di tutti – e di deprezzare e deprimere la figura degli insegnanti, mentre un periodo di rivalutazione di tale figura prenderebbe finalmente le mosse con l’avvio di questa legislatura.
Trovo tale atteggiamento assolutamente insopportabile, oltre che non vero: se dalle parole, dalla facile demagogia si passa ai fatti, dovremmo rilevare, esaminando gli
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atti concreti del Governo Berlusconi e del ministro Moratti, che, nel corso della passata legislatura, per quanto riguarda la rivalutazione della figura degli insegnanti di ogni ordine e grado, sono state adottate alcune misure. Dai banchi del gruppo di Forza Italia vogliamo rinnovare ancora una volta il nostro ringraziamento a tutti coloro i quali, donne e uomini, sono impegnati a lavorare con dedizione per il presente ed il futuro delle nostre nuove generazioni, dei nostri figli, applicando la normativa, senza boicottare le leggi dello Stato. Ad esempio, in tema di stipendi (il ministro Fioroni ha anche recentemente ricordato che la retribuzione del corpo insegnante è un problema della scuola italiana), nel corso del tanto vituperato Governo Berlusconi e dell’attività del ministro Moratti, due rinnovi dei contratti degli insegnanti hanno portato ad un aumento medio per gli insegnanti di 247 euro a testa, avvicinando notevolmente la retribuzione dei nostri docenti al livello della media europea.
Vorrei aggiungere un altro elemento di concretezza e di verità che sfata il mito propagandistico di un centrodestra che si porrebbe l’obiettivo di deprimere gli insegnanti, la scuola pubblica italiana: noi abbiamo proposto che, nell’ambito del rinnovo dei contratti, fosse finalmente distinta la figura del docente dal personale ATA. Mi sembra che le responsabilità ed i compiti di un docente rispetto a quelli del personale amministrativo siano di natura completamente diversa. Pertanto, abbiamo tentato, ma siamo stati sconfitti, di prevedere una diversa definizione contrattuale che distinguesse i diversi compiti e le diverse responsabilità, rivalutando e valutando prepotentemente la figura degli insegnanti.
Mi aspetto che il nuovo Governo si faccia carico di queste istanze, se veramente ha a cuore il destino del corpo insegnante italiano, orientandosi verso una definizione contrattualistica che lo distingua dal resto del personale della scuola.
Un altro elemento di concretezza e di verità, a fronte della vostra propaganda, attiene alla questione della precarietà.
Il ministro Fioroni in Commissione si è dilungato su tale tema, affermando che la problematica rientra tra le priorità del Governo. Tale questione era tra le priorità anche del nostro Governo il quale – lo ricordo – ha assunto 130 mila insegnanti, senza contare l’inserimento del personale amministrativo. Ricordo che nei provvedimenti che ci accingeremo ad esaminare sono previste altre immissioni in ruolo stabilite dal nostro Governo.
Quindi, anche per quanto riguarda la lotta alla precarietà, se si analizza quanto è avvenuto nei cinque anni del Governo Berlusconi, confrontandolo con le misure adottate nei cinque anni precedenti, scopriamo che, passando dalle parole ai fatti, dalla propaganda alla realtà, si è quasi dimezzato il tasso di precarietà del corpo docente in Italia, il cosiddetto precariato storico. Siamo curiosi di vedere come si comporterà l’attuale Governo in tal senso.
Infine, ma non in fine, nella riforma Moratti – legge n. 53 del 2003 – è previsto un nuovo metodo di formazione e reclutamento del corpo insegnante che ha il duplice scopo di evitare lo sviluppo di un nuovo precariato e, al tempo stesso, di dare agli insegnanti la preparazione specifica approfondita, posto che – non lo dimentichiamo mai – il ruolo degli insegnanti è talmente prezioso perché si pone al servizio degli studenti e degli allievi. Pertanto, avere insegnanti ben preparati e motivati è una delle missioni che la scuola ed il ministero devono avere a cuore.
Da questo punto di vista, l’articolo 5 della legge n. 53 del 2003 si muove in tale direzione. Anche in questo settore, stiamo vedendo con preoccupazione che i vostri intendimenti sono di ben altra natura: tornare indietro! È, quindi, è una situazione che provoca precariato, anziché diminuirlo od eliminarlo.
Aggiungo un’ulteriore considerazione, l’ultima, anche per rispettare il tempo a mia disposizione. Nel complesso della nostra riforma, la figura dell’insegnante e la sua autonomia, personale e come corpo docente presente in un istituto scolastico, è stata posta al centro dell’attenzione. Ciò è avvenuto perché al centro di quella
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riforma vi era il desiderio e l’obiettivo di creare una scuola per tutti e di ciascuno e di fare sì che coloro che, con sacrificio e dedizione, lavorano nella scuola siano apprezzati da chi frequenta la scuola, cioè dagli allievi e dai loro genitori. In questa direzione si è mossa, e si può vedere traccia di ciò in tutti i suoi articoli, la legge n. 53 del 2003 (la cosiddetta riforma Moratti). In questa direzione noi intendiamo proseguire anche dai banchi dell’opposizione.
Chiediamo, e mi accingo a concludere, al Governo e ai colleghi dell’attuale maggioranza di smetterla con questo atteggiamento di discriminazione immotivata nei nostri confronti, di divisione tra buoni, che vogliono il bene della scuola, e cattivi, cioè coloro che per cinque anni avrebbero lavorato scientemente per distruggerla: noi siamo la Casa delle libertà, non siamo la casa di Erode, pertanto abbiamo a cuore il futuro e il destino delle nuove generazioni. Poiché è finita la campagna elettorale e, soprattutto, è finito temporaneamente, sebbene per poco, il vostro stare all’opposizione, vi chiediamo di smetterla con questo atteggiamento!
Voi avete scelto, coscientemente e scientemente, di trasformare per cinque anni la scuola nel terreno principale dell’opposizione al Governo Berlusconi. Voi avete utilizzato la scuola sia per mobilitare coloro che in essa lavorano, sia per aizzare studenti e famiglie contro il Governo. E ciò è avvenuto con la complice connivenza degli organi di informazione e delle televisioni, comprese quelle Mediaset. Poiché ora voi siete temporaneamente al Governo – la guerra, da questo punto di vista, per voi è finita -, noi riteniamo che vi siano le condizioni per riconoscere dignità alle posizioni dell’attuale minoranza e, soprattutto, per riconoscere la verità delle cose buone da noi fatte, che sono molte, nonché per lavorare insieme al fine di correggere le cose che ci sono da correggere.
Grazie, signor deputato Presidente, per la sua cortesia (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia).
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